Imprese e Mercato

Diagnosi di qualità: innovazione tecnologica per potenziare il laboratorio

Grazie ai traguardi raggiunti dall'innovazione tecnologica circa il 90% dei test di laboratorio riescono a dare informazioni per una diagnosi quanto più possibile esatta. Si tratta di un dato importante se si considera che le analisi diagnostiche producono risultati che incidono sul 60-70% delle terapie. Se si investisse maggiormente in un'organizzazione più strutturata e in tecnologie più all'avanguardia, si riuscirebbe ad arrivare a risultati ancor più ottimali in campo diagnostico, offrendo maggiore precisione ai cittadini nella diagnosi e terapia delle patologie.

Questi, in sintesi, alcuni aspetti emersi nel corso del convegno «Il valore della medicina di laboratorio: impatto economico, politico e sociale», organizzato dall'Istituto superiore di sanità in collaborazione con Fismelab e Assobiomedica, che si è tenuto oggi a Roma.

«Garantire un sistema diagnostico di qualità economicamente sostenibile per il Paese è la vera sfida che dobbiamo affrontare oggi – dichiara Roberta Pacifici, dirigente di ricerca dell'Iss e past president della Società italiana di biochimica clinica e biologia molecolare clinica -. La partecipazione e il confronto tra i professionisti di laboratorio, le società scientifiche, i decisori economici e le associazioni dei pazienti e dei cittadini è la formula giusta per fare sistema ed affrontare questa sfida. Il convegno di oggi è una prima prova di dialogo costruttivo, affinché l'appropriatezza dell'indicazione dei test diagnostici e la loro corretta esecuzione ricadano positivamente sull'ottimizzazione del percorso di cura e quindi su tutta l'economia del Ssn».

«Il valore della medicina di laboratorio viene troppo spesso sottovalutato – ha dichiarato Pasquale Mosella, presidente di Assodiagnostici, Associazione di Assobiomedica che rappresenta il comparto -, quando sarebbe quanto mai necessario oggi investire sulle tecnologie, che sono in grado di fornire diagnosi utili e tempestive, rappresentando un notevole ausilio per gli operatori sanitari nella fase di diagnosi e una maggiore garanzia per i cittadini nella definizione dei risultati. I recenti tagli alla Sanità hanno invece determinato per il settore un calo del 7% in volume, allontanando il cittadino dalle strutture per fare controlli di prevenzione e di screening e mettendo così in seria difficoltà l'industria e il personale sanitario, aggravandone al contempo il quadro sanitario personale per il futuro».

Il comparto in Italia

Le imprese
Le imprese del comparto della diagnostica in vitro in Italia sono circa 278 con un fatturato Italia di 4 miliardi di euro e impiegano circa 9.000 addetti. Il comparto della diagnostica in vitro ha un peso nel settore dei dispositivi medici pari al 9% in termini di numero di imprese e pari al 17% in termini di fatturato. Il comparto genera lo 0,28% del Pil italiano.
L'82% delle imprese sono PMI con un fatturato che non supera i 10 milioni, mentre il 29% delle imprese sono multinazionali. Sebbene le imprese a struttura multinazionale rappresentino solo il 29% del comparto della diagnostica in vitro, ad esse è riconducibile l'87% del fatturato.
Solo una componente minoritaria del comparto ivd è a capitale estero (22%) ma ad essa è riconducibile la maggior parte del fatturato prodotto (77%). La maggior parte delle imprese estere ha origine negli Stati Uniti (39%); Germania (13%); Francia (11%) o Svizzera (9%).
Gli investimenti totali in R&I (R&S e studi clinici) sono pari al 5,1% del fatturato Italia.
Nel periodo 2009-2011, nel mondo, sono stati presentati più di 21.600 brevetti riconducibili al comparto della diagnostica in vitro, un numero che conferma la vivacità del comparto nonostante la leggera flessione rispetto al triennio precedente (- 1.83%). La quota italiana sui brevetti mondiali ivd è pari al 1.37% nel triennio 2009-2011, in calo rispetto al triennio precedente del 3.67%.

La produzione
Quello della diagnostica in vitro è un settore che va dalla diagnostica professionale a quella di autodiagnosi, includendo tutti quei prodotti, soluzioni e servizi necessari per effettuare un test diagnostico: reagenti (inclusi calibratori e controlli), strumenti, software, supporto tecnico sia telefonico che on site.
Parliamo di tecnologie che sono in grado di fornire informazioni utili lungo tutta la catena della gestione e trattamento del paziente, consentendo di fare attività di prevenzione/screening; disporre di una diagnostica tempestiva; ottimizzare la gestione della terapia; approntare una terapia personalizzata; creare cultura clinica/quadro epidemiologico.