Imprese e Mercato

Farmaco soffocato dai debiti Pa

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

Si fa presto, troppo presto, a dire: con la direttiva europea «sarete rimborsati in 60 giorni». E si fa presto, troppo presto, a sperare che con l'iniezione di liquidità - 5 miliardi alla sanità per il 2013 – voluta dal Governo, le imprese creditrici del Servizio sanitario nazionale riescano a passare all'incasso. La realtà è infatti ben più prosaica. E più amara. Come sanno bene le industrie farmaceutiche – credito di 4 miliardi verso asl e ospedali e tempi medi di pagamento poco sotto i 300 giorni – che rispetto alle fatture in sospeso del primo semestre dell'anno, hanno ottenuto il pagamento dei crediti entro i canonici 60 giorni chiesti dall'Europa appena nel 10% dei casi. Mentre per il 67% è stato buio totale: i tempi di rimborso erano ancora ben oltre 120 giorni – il doppio della direttiva Ue – ma spesso anche ben oltre.

Vale a dire: fatture non pagate. Con le solite code dei ritardatari incalliti: per prime le regioni sotto schiaffo perché commissariate o sotto piano di rientro dai maxi deficit: Campania e Lazio in testa, che nel 98% dei casi pagano ben dopo 120 giorni. E ora anche Toscana ed Emilia Romagna, con il 94 e il 96% dei ritardi sopra i quattro mesi. Segnali di una sofferenza finanziaria della sanità locale che ormai si estende a macchia d'olio.

Debiti Pa, altro che anno zero della ripartenza per le imprese creditrici. Come dimostra l'indagine compiuta da Farmindustria, l'associazione delle farmaceutiche operanti in Italia, sui pagamenti ricevuti da asl e ospedali della varie regioni relativamente alle fatture emesse nel primo semestre dell'anno, con l'obiettivo di verificare il rispetto dei tempi di pagamento entro 60 giorni disposto dalla direttiva europea. Ebbene, il check ha consegnato una realtà desolante. Fatta di ritardi che restano tali e di difficoltà sempre più pressanti sui pagamenti correnti.

Spiega, e propone, il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi: «Le imprese del farmaco sono le uniche ad avere verso il Ssn crediti e debiti di natura non fiscale, come i cosiddetti payback: la loro compensazione eviterebbe alla Pa oneri aggiuntivi, di natura burocratica e legale, come gli interessi di mora, e darebbe alle imprese maggiore certezze, che è presupposto necessario per i loro piani di investimento». Con un fatturato di 12 mld verso il Ssn, in sostanza, le imprese vantano un credito che vale il 30% del totale di quel valore. Una somma bloccata però dai crediti che con una semplice operazione di dare-avere, la compensazione tra debiti e crediti, appunto, risolverebbe un terzo delle sofferenze. A costo zero per lo Stato. Tutto questo mentre i prezzi sono in media al di sotto della media Ue del 25% e il ripiano per il superamento dei tetti di spesa, prima l'ospedaliera, rischia di diventare un macigno .

Il quadro dei pagamenti intanto dimostra che appena il 10% delle fatture emesse fino a giugno è stato onorato in 60 giorni: spiccano Friuli (50%) e Umbria (36%). Lazio e Campania sono a quota "zero per cento", poi Toscana (1%), Emilia (2%) e Molise (5%). Qualche miglioramento si registra tra 60 e 120 giorni, ma con le peggiori che restano le peggiori. Fino ai tempi sopra i 120 giorni di ritardo e anche più: Campania e Lazio al 98%, Toscana al 96%, Emilia al 94%, Piemonte all'86%, e così via. Casi, quelli di Toscana ed Emilia, spiega Farmindustria, dove forse sono state pagate interamente le fatture del 2012, ma vedendo intanto il rallentamento dei pagamenti correnti.