Imprese e mercato

Dispositivi medici: l'export cresce del 9,6% e apre ai mercati cinese, turco e sudamericano

Esportano dall'Italia il 79% delle imprese di produzione di dispositivi medici e oltre la metà sono operative in almeno tre continenti: Europa occidentale e Federazione Russa; Stati Uniti, Argentina e Brasile; Paesi arabi, India e Cina.

Nonostante la crisi e la flessione del mercato interno (-4%), le esportazioni italiane nel 2012 sono infatti cresciute del +9.6% insieme alla produzione (+6,6%). I buoni risultati dell'export sono però maturati in un contesto di bassa domanda da parte dei tradizionali mercati di sbocco nell'area euro: le esportazioni verso la Germania hanno registrato una debole crescita (+4.1%) e le vendite in Francia sono calate (-1.5%), sono all'opposto ottimi i risultati ottenuti negli Stati Uniti (+21.2%).

Buone le performance in molti mercati emergenti come Cina, Turchia, Brasile e Venezuela, che confermano la capacità italiana di coprire un ampio e variegato spettro di destinazioni.

Questi alcuni dei dati sul settore che hanno aperto una riflessione sulle opportunità e le strategie di crescita dell'industria dei dispositivi medici nei mercati internazionali nell'ambito del convegno "Strategie e strumenti per l'internazionalizzazione dell'industria italiana dei dispositivi medici", organizzato da Ice e Assobiomedica in collaborazione con Sace e Simest, che si è svolto oggi a Roma.

«Negli ultimi due anni l'export nel settore biomedico è cresciuto più della media dell'export nazionale. Questo settore - ha dichiarato il vice ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda - è un altro esempio di come le imprese siano in grado di approfittare della crescita di mercati esteri, anche per compensare la debolezza della domanda interna. Per questa ragione è dovere del Governo supportare l'internazionalizzazione delle nostre aziende e rafforzare l'integrazione internazionale dell'Italia. Questo si fa anche promuovendo le occasioni di business con quei Paesi che per esigenze interne devono rispondere ad un'ampia e crescente richiesta di servizi e prodotti di qualità». «Per queste ragioni – ha concluso – il Governo è impegnato a rafforzare tutti gli strumenti di supporto alla promozione del made in Italy che, come dimostrano le imprese presenti oggi, è spesso sinonimo di eccellenza tecnologica e innovazione».

L'ICE Agenzia - ha spiegato il direttore generale, Roberto Luongo - supporta i percorsi di internazionalizzazione dell'industria medicale italiana che vanta, accanto a gruppi grandi e affermati, numerose piccole imprese fortemente innovative, potenzialmente in grado di crescere rapidamente e di acquisire posizioni di rilievo sui mercati globali. Ne è un esempio la Tavola rotonda italo-svizzera sul settore medicale, organizzata lo scorso mese di novembre presso la nostra sede di Roma, che ha rappresentato l'occasione per individuare ed illustrare le opportunità e le sfide che il comparto medicale offre nei due mercati, nonché per richiamare l'attenzione sul settore e sugli strumenti di sostegno e promozione che ciascun Governo mette a disposizione delle proprie imprese. Tra le iniziative in programma - ha continuato Luongo - si segnalano anche la missione imprenditoriale di sistema in Arabia Saudita, organizzata dal ministero degli Affari esteri, ministero dello Sviluppo Economico, ICE-Agenzia e Confindustria, che si svolgerà nel prossimo mese di marzo, con il fine di approfondire le opportunità di collaborazione offerte dai due mercati alle imprese del settore e la partecipazione dell'Italia in qualità di Paese ospite d'onore alla fiera Expomed Eurasia, per la quale l'ICE-Agenzia, in collaborazione con il MiSE, di un padiglione imprenditoriale italiano e parallelamente una serie di tavole rotonde tematiche con il coinvolgimento di controparti locali».

«L'industria dei dispositivi medici – ha dichiarato il presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi - è costituita per la gran parte da imprese di piccole e medie dimensioni che non dispongono di strumenti, servizi e risorse a sufficienza per crescere a livello internazionale. Per questo Assobiomedica si sta impegnando per favorire l'apertura verso nuovi mercati delle imprese del settore attraverso un approccio da sistema paese, che stimoli azioni sinergiche tra tutti gli attori e coinvolga organizzazioni come Ice, Sace e Simest, che si occupano di facilitare questo processo. Siamo convinti infatti che il settore si presti a strategie di filiera, che coinvolgano non solo le imprese, ma anche i centri di ricerca e le strutture sanitarie: esportare dispositivi medici insieme al know-how medico-organizzativo italiano aiuterebbe infatti sia lo sviluppo dell'industria del Paese che la valorizzazione del nostro Servizio sanitario nazionale».