Imprese e mercato

Omeopatia, imprese a caccia di semplificazioni

di Barbara Gobbi

Tariffe "proporzionate", modelli per i dossier adeguati ai medicinali omeopatici e una legge di regolamentazione del settore, attesa da ormai 12 anni. E' quanto chiedono i produttori di farmaci omeopatici, riunti oggi a Roma in occasione di un incontro organizzato da Echamp , l'associazione no profit che rappresenta l'industria dei medicinali omeopatici e antroposofici nell'Unione Europea.
Una realtà che in Italia, malgrado l'alta propensione al consumo dei cittadini, viaggia ancora con il freno tirato. Infatti la direttiva europea del 2006, formalmente recepita dall'Italia, prevede che entro il 31 dicembre 2015 i farmaci omeopatici debbano ottenere l'Autorizzazione all'immissione in commercio così come qualsiasi altro medicinale, ma «il punto è che - come sottolinea il presidente di Omeoimprese Fausto Panni - la doppia questione ancora aperta di tariffe portate alle stelle dall'art. 13 del decreto Balduzzi , sconfessato dal Tar del Lazio perché aumentava di anche 700 volte le tariffe originarie ma ancora ufficialmente in vigore, e il persistere di dossier autorizzativi su cui da mesi chiediamo all'Aifa un tavolo tecnico di revisione e semplificazione, non è ancora stata affrontata. E il tempo stringe: nel 2016 alcuni farmaci potrebbero sparire dal mercato, con gravi conseguenze per le imprese stesse. In omeopatia esistono almeno 3mila sostanze nel repertorio medico. Se dovessimo produrre con un preavviso strettissimo un dossier tecnico scientifico dettagliato per ciascuna di esse, saremmo automaticamente decimati».

La speranza di una soluzione potrebbe però essere finalmente a portata di mano e inserita come emendamento del governo al decreto semplificazioni, in occasione del primo Consiglio dei ministri utile, forse già domani. «Il ministero della Salute, Aifa, le imprese, i medici e i pazienti hanno trovato una "quadra" significativa sul problema annoso del rinnovo dei medicinali omeopatici presenti sul mercato dal 1995», annuncia Marino Tomà, presidente del comitato "Difendiamo l'omeopatia" che sul sito Omeocom.it ha organizzato una petizione popolare per la tutela dei prodotti in commercio, oggi a rischio. «Ci auguriamo che la sintesi trovata - aggiunge Marino - possa essere inserita domani nel decreto semplificazioni. Il governo Renzi, con le ministre Lorenzin e Madia, porterà in questo modo a casa un risultato eccezionale che da 20 anni non trovava risposta. Se così non fosse diventerebbe reale il rischio della perdita di lavoro, nel complesso, per circa 4mila persone nel comparto».

Comparto i cui numeri sono stati ricordati oggi: oltre 100milioni di cittadini europei scelgono le Hamps, cioè la medicina omeopatica e l'antroposofica, mentre in Italia la scelta interessa 11 milioni di persone. «Il 12% della popolazione - spiega ancora Panni - consuma i nostri prodotti ma le potenzialità del mercato sono molto più alte: basti pensare che l'88% delle persone conosce l'omeopatia e, soprattutto, che il 40% sarebbe interessata ad accedere ai farmaci omoepatici. Per quanto la Fnomceo 12 anni fa a Terni pose ufficialmente la questione delle libertà di cura rispetto a questa prospettiva terapeutica, una legge nazionale ancora oggi non c'è e la diffusione dell'omeopatia dipende dalle scelte di singole regioni, come il Lazio, la Lombardia e la Toscana. Il mercato italiano è il terzo in Europa ma senza una legge e senza un'adeguata senplificazione, che sia favorita dall'Agenzia del farmaco così come è avvenuto in Francia e in Germania, il settore è in serio pericolo».