Imprese e mercato

Fornitori Ssn: più affari, ma resta la piaga dei ritardi

di Sara Todaro

Servizi e prodotti per la sanità a gonfie vele nei primi mesi del 2014, ma resta inesorabile il "buco nero" dei ritardi di pagamento a oscurare ottimismo ed entusiasmo delle imprese di settore. Il termometro degli umori delle aziende della salute in una ricerca condotta da Grs Ricerca e Strategia e presentata alla diciannovesima edizione di Exposanità manifestazione dedicata ai temi della sanità e dell'assistenza a Bologna.

Dallo studio - realizzato tra marzo e aprile su 5.800 contatti con imprese produttrici di dispositivi medici, apparecchiature e prodotti diagnostici, engineering ospedaliero, servizi, informatica sanitaria e telemedicina, prodotti per l'handicap, l'ortopedia e la riabilitazione - emerge una vena d'ottimismo sull'andamento aziendale attuale fondato anche sui dati di chiusura 2013: il 74,6% delle imprese interpellate, infatti, ha registrato crescita o stabilità del fatturato rispetto al 2010 e ha mantenuto inalterato il numero dei propri dipendenti mentre il 28,1% ha registrato un aumento degli organici. Nove imprenditori su dieci contano di replicare la performance anche nel 2014: solo il 9,8% a temere una chiusura negativa e solo l'8,3% che teme di dover ridurre il numero di addetti.

La fiducia nelle proprie performance si traduce in progetti di ricerca e sviluppo, con budget che vanno dall'1% al 15% dei fatturati, per il 65,8% delle imprese e un 15% di aziende che prevede quote superiori al 16 per cento in vista di una ulteriore crescita del settore nel prossimo triennio. Per il triennio 2014-2016, infatti, solo il 12,8% si aspetta una contrazione del mercato contro un 52% apertamente convinto della sua crescita e un 35,2% che non crede ci saranno grosse variazioni.

Dal profilo tracciato dall'indagine emerge anche il grado di internazionalizzazione delle imprese del settore: il 51,2% dichiara non esportare all'estero, contro un 48,8% che esporta i propri prodotti e servizi e un 20,3% che ricava dalle esportazioni oltre il 26% del fatturato. Il Ssn rimane comunque l'interlocutore di riferimento per le aziende del comparto: in particolare il 25% delle imprese genera più del 50% del proprio fatturato vendendo servizi e prodotti alla sanità pubblica, mentre il 32,5% concentra più del 50% del fatturato nel settore del commercio e della distribuzione.

Con il pubblico attese medie di 90 giorni. È per questo motivo che i tempi di pagamento restano il tasto dolente in un panorama altrimenti sufficientemente roseo. I tempi di incasso medi, nella sanità pubblica, toccano i 90 giorni (15,4% delle imprese), ma c'è un 34,1% di fornitori che attende fino a 150 e ben il 47,3% delle aziende che aspetta ancora di più per passare all'incasso. Leggermente migliore il rapporto con la sanità privata: pagamenti puntuali o a 30 giorni nel 9,4% dei casi; il 67,8% delle imprese attende di veder saldate le fatture a oltre 60 giorni, il 39,6% attende fino a 90 giorni, il 15,6% ne attende 120 e il 12,6% fino a 150 e oltre. Più in generale, rispetto ai termini pattuiti, le imprese lamentano incassi che nel 66,7% dei casi si protraggo oltre i 30 giorni, contro un 8,8% che incassa puntualmente e un 24,6% che deve attendere almeno 30 giorni. E in una situazione già gravata da burocrazia e scarsità di fondi sono i tagli di settore a destare le maggiori preoccupazioni: il 73,1% delle imprese è convinto non ci saranno razionalizzazioni o migliore uso delle risorse (lo dice il 73,1%) ed è pronto a scommettere sull'abbassamento del livello delle prestazioni verso gli utenti finali (39,6%) e conseguentemente della qualità della produzione (27,6%).