Imprese e mercato

Federfarma: spesa farmaceutica in calo del 2,9% nei primi tre mesi 2014. Aumentano i ticket

Cresce in Trentino-Alto Adige, Campania e Puglia, cala in tutte le altre Regioni. Alternano segni più e meno gli ultimi dati di Federfarma sulla spesa farmaceutica convenzionata, quella cioè che passa per le farmacie del territorio, resi noti oggi sulla newsletter dell'associazione e che a breve saranno pubblicati sul sito.

A livello nazionale il primo trimestre di quest'anno fa registrare un calo del 2,9% sullo stesso periodo del 2013, ma la tendenza alla contrazione sembra rallentare: a gennaio era -3,5%, a febbraio -2,8% e a marzo -2,4%. E poi su scala regionale emergono andamenti contrapposti: da un lato Sicilia, Umbria ed Emilia Romagna mostrano le contrazioni più cospicue (rispettivamente 7,9%, 6,7% e 6,3%), dall'altro Campania e le due province autonome di Trento e Bolzano fanno segnare incrementi tra l'1,5% e il 2% circa.

Come già negli anni passati, il decremento registrato a livello nazionale nel primo trimestre secondo Federfarma è frutto innanzitutto delle genericazioni e della distribuzione diretta/dpc. Lo conferma l'andamento del valore medio delle ricette, in calo del 3,4% nonostante nel primo trimestre le prescrizioni siano rimaste praticamente quelle dei primi tre mesi del 2013 (appena lo 0,6% in più, per un totale di 158 milioni; in media 2,6 ricette per cittadino). Stesso discorso sui volumi del dispensato: le confezioni di medicinali erogate in regime di Ssn nel primo trimestre sono state oltre 291 milioni, con un aumento dello 0,6% rispetto al 2013 (in media ogni italiano ha ritirato in farmacia 4,9 confezioni).

In crescita infine la compartecipazione a carico dei cittadini, la cui incidenza sulla spesa convenzionata lorda sale dal 12,4% del marzo 2013 al 13,2% del marzo scorso. Le ragioni sono da cercare negli interventi regionali sui ticket e nel crescente ricorso ai medicinali di marca più costosi, con il pagamento della differenza rispetto al prezzo di riferimento. Quest'ultimo fenomeno, in particolare, sottolinea Federfarma nella sua newsletter, è certamente effetto delle polemiche sull'efficacia dei medicinali generici e sulla sostituzione in farmacia.