Imprese e mercato

Assobiomedica: a giugno riprende il trend negativo dei ritardi di pagamento

«Dopo alcuni mesi di lieve miglioramento, a giugno i tempi di pagamento delle strutture sanitarie, per le aziende dei dispositivi medici, sono peggiorati in quasi tutte le Regioni e con molta probabilità nei prossimi mesi non vi sarà una sostanziale diminuzione dei giorni di ritardo. Si registra infatti uno scoperto nazionale che ancora ammonta a più di 3 miliardi e 600 milioni di euro, con un ritardo medio di 204 giorni. Dati questi che non fanno sperare per il prossimo futuro in un saldo delle fatture a 60 giorni, come previsto dalla legge». Questo il commento di Assobiomedica alla luce delle stime sui ritardati pagamenti pubblicate oggi dal Centro Studi dell'Associazione di Confindustria.

«È apprezzabile – ha dichiarato il presidente di Assobiomedica Stefano Rimondi - che dopo anni di disinteresse nei confronti del problema dei crediti delle imprese, finalmente i Governi degli ultimi due anni hanno affrontato la questione, cercando di trovare soluzioni efficaci per saldare i debiti della pubblica amministrazione. Purtroppo però le anticipazioni di liquidità si configurano come prestiti onerosi che lo Stato concede alle Regioni e ciò potrebbe disincentivare i governatori a richiederle, perché andrebbero poi a pesare sui bilanci regionali futuri».

«Ci auguriamo tuttavia che le Regioni più in ritardo nei pagamenti – ha concluso Rimondi - chiedano le anticipazioni di liquidità entro il 31 luglio 2014, in modo da sanare il debito pregresso e allineare ai tempi previsti dalla legge i pagamenti delle forniture correnti per evitare futuri nuovi accumuli di debiti. Quello che temiamo – ha concluso Rimondi – è che invece le Regioni più morose non riusciranno a saldare il pregresso e continueranno a pagare in ritardo, contribuendo a un progressivo impoverimento dei servizi sanitari e a una disomogeneità territoriale delle prestazioni offerte ai cittadini».

I dati a luglio 2014
Con 204 giotni a giugno rispetto ai 201 di giugno peggiora a livello nazionale di soli 3 giorni il ritardo nei tempi di pagamento alle imprese biomedicali da parte delle aziende Ssn. Ma si tratta di fatto del primo mese in cui la tendenza in calo (a gennaio i giorni di ritardo erano 215) da inizio anno si blocca.

A livello di singole Regioni Trentino, Veneto, Marche, Umbria, Lazio, Puglia e Calabria registrano lievi flessioni (tra uno e 5 giorni in meno del mese precdente), ma per tutte le altre c'è il segno più che raggiunge in un mese i 13 giorni in Molise - primo nella classifica negativa con 854 giorni di ritardo, 42 giorni in più di gennaio, seguito dalla Calabria con 843 - e i 10 in Campania che di giorni di ritardo complessivi ne ha 367, 72 in meno di gennaio.

Dal punto di vista dello scoperto nei confronti delle imprese il 13% del 3,6 miliardi denunciati dal presidente Rimondi è della Campania, seguita da poco meno del 12% nel Lazio e dal 10,5% della Calabria: in sole tre Regioni superano il 35% di tutto lo scoperto nazionale.

Classifca anche a livello di singoli enti. Il peggiore è ancora, con 1.362 giorni, l'Ao Mater Domini di Catanzaro, seguita dall'Asp di Cosenza con 1.50 giorni, da quella di Crotone con 881, dall'Asl Napoli 1 Centro con 873 giorni e dall'Ao Pugliese Ciaccio sempre di Catanzaro con 862 giorni.

Chi va meglio invece è l'Asl di Rimini con soli 34 giorni di ritardo, seguita dall'Asl Medio Friuli con 50, dall'Asl di Nuoro con 60 giorni, dall'Asl Bassa Friulana con 61 giorni e dall'Ao Valtellina e Valchiavenna che di giorni di ritardo ne ha solo 63.