Imprese e mercato

Debiti Pa, Assobiomedica: il 39% del nostro credito non ci sarà restituito

C'è un buco nero di 1 miliardo e 390 milioni nel credito che le imprese di dispositivi medici dovrebbero esigere ma non possono certificare. Su oltre 3 miliardi di scoperto più di un terzo non può infatti essere restituito perché i debiti delle Regioni commissariate sono esclusi dal sistema di certificazione del ministero dell'Economia e delle Finanze. Lo comunica una nota di Assobiomedica sui dati aggiornati dal Centro Studi dell'Associazione di Confindustria.

«È assurdo che il 39% del nostro credito - spiega il presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi - che rappresenta tra l'altro il pregresso più antico, debba essere dimenticato e saldato chissà quando. Le Regioni escluse dal meccanismo di rimborso sono quelle con i tempi di pagamento più lunghi come, ad esempio, la Calabria che paga in media dopo più di due anni (841 giorni)». Questo il commento sui tempi di pagamento delle strutture sanitarie .

«Inoltre – ha dichiarato Rimondi – nelle altre Regioni non commissariate la riscossione dei crediti comporta pesanti oneri per le aziende. L'accordo fra Abi e Ministero dell'Economia prevede, infatti, uno sconto dell'1,6% sulle fatture cedute all'incasso, ma ci vengono segnalati casi di banche che impongono tassi anche superiori. Chiediamo pertanto all'Abi di farsi garante del rigoroso rispetto dell'accordo, visto che già l'1,6% costituisce una grave danno per le imprese».

A oggi, ricorda Assobiomedica, sono ancora troppi gli enti che registrano ritardi cronici con punte che vanno dai 1.405 giorni di ritardo dell'Azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro ai 907 giorni Azienda Ospedaliera Pugliese – Ciaccio, dagli 855 giorni dell'Asl campana Napoli 1 agli 833 dell'Azienda Sanitaria Regionale di Campobasso. Anche al nord va segnalata una situazione grave, quella del Piemonte, con ritardi di pagamento di 243 giorni, nettamente superiori alla media nazionale.