Imprese e mercato

Ospedali, cresce l'ottimismo

di Lucilla Vazza

Dopo anni di buio, forse si inizia a intravedere uno spiraglio di luce: gli ospedali europei tornano a essere più fiduciosi sulle prospettive di crescita per il prossimo anno, nonostante l'aumento dei costi e la continua incertezza economica. Un moderato ottimismo, che coinvolge anche l'Italia, fotografato dalla ricerca Hospital Sentiment Report di GE Capital. Ma in cosa si traduce questo ritrovato ottimismo? Per i dirigenti responsabili dei bilanci di 380 strutture, in otto Paesi, significa più propensione verso le decisioni di acquisto e di investimento, con ricadute positive sull'economia e sul livello di soddisfazione dei pazienti.
La survey ha riguardato: Australia, Francia, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna, Svizzera. Quasi due terzi, il 62%, delle strutture private e il 55% degli ospedali pubblici europei intervistati hanno dichiarato di attendersi per il 2015 una crescita moderata o addirittura significativa, il 46% ha dichiarato che a ciò corrisponderà un miglioramento della redditività. Come prevedibile, le strutture pubbliche mostrano più prudenza dei privati rispetto ai numeri e al possibile impatto sulle performance economiche. Meno di un dirigente pubblico su tre si è detto fiducioso sul miglioramento dei bilanci nel breve termine. Non a caso la salute finanziaria di partenza risulta profondamente diversa: se il 55% degli ospedali privati dichiara bilanci 2013 in utile, tale percentuale si riduce a un 15% nel settore pubblico.

Focus Italia.
Per quanto riguarda l'Italia il 56% delle strutture private prevede una crescita nei prossimi anni, percentuale che si riduce significativamente al 28% nelle strutture pubbliche. In ottica comparativa il nostro Paese si colloca a circa metà graduatoria: se si guarda infatti alle altre quattro principali economie europee, nel settore privato le nostre aziende sono più ottimiste di quelle francesi e tedesche, nel settore pubblico si collocano avanti agli ospedali inglesi e a quelli tedeschi. Privati e pubblici sono però concordi su un aspetto: si compra principalmente per necessità: per l'obsolescenza delle apparecchiature esistenti (16%) e per incrementare l'efficienza (17%). Il freno agli investimenti è rappresentato principalmente dalla situazione economica generale (per il 30%). Gli ospedali italiani sono piuttosto cauti circa la redditività futura e la capacità di erogare un servizio migliore per i pazienti. Per questo motivo, sono alla ricerca di soluzioni per invertire la rotta. Il settore pubblico, per esempio, sta percorrendo la strada di una sempre maggiore focalizzazione sui servizi e le prestazioni che soltanto una struttura ospedaliera può erogare. Tra i manager pubblici intervistati, il 92% ha preso in considerazione la possibilità di esternalizzare alcuni servizi (non core), ma il dato si dimezza tra i responsabili delle strutture ospedaliere private. Imaging, manutenzione e personale sono i servizi presi maggiormente in considerazione quando si tratta di outsourcing.

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