Imprese e mercato

Scaccabarozzi (Farmindustria): «Svolta nell'industria farmaceutica, l'occupazione è tornata a crescere»

di Roberto Turno (da Il Sole 24 Ore di oggi)

Apre le slides, inforca gli occhiali e quasi strabuzza gli occhi: «Guardi qua, quasi non ci credo neanch'io. In un anno nel 2014 abbiamo invertito la rotta: più di 3mila assunzioni con una crescita dell'1% dell'occupazione dopo 90 mesi di calo, uno stillicidio. La produzione a livelli record nella Ue, la più alta performance dell'export, le multinazionali che puntano sull'Italia. Lo dicono i numeri, non noi: siamo un asset per la competitività, un punto di ri-partenza. Eppure...». C'è entusiasmo, ma anche cauto e sano realismo nelle parole con cui Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, illustra i dati del farmaceutico made in Italy. Settore di punta, ma anche bancomat dei conti Ssn che non tornano. Coccolato dalla politica (e dalle regioni), ma sempre nel mirino dei tagli. Non stavolta con la legge di Stabilità, non ancora almeno, perché il rischio c'è sempre. Ecco perché realismo e cautela.

Presidente, un 2014 da primato. Un segnale per coltivare speranze di rilancio del Paese?

Noi ci crediamo. È un segnale di fiducia nel Paese quello che arriva dalla farmaceutica. Ma...

Ma?

Penso che possiamo crescere anche nel 2015 e nel futuro se non ricomincia il solito giochino.

Paura di nuovi tagli?

Le Regioni ci hanno provato anche con l'ultima manovra, ma il Governo ha mantenuto l'impegno del premier Matteo Renzi. Adesso vediamo che faranno le regioni.

I governatori, i soliti cattivi...

Io non le capisco, le Regioni. Hanno più o meno tutte sul proprio territorio un settore, il nostro, che può essere decisivo per la loro economia, chiedono collaborazione e investimenti: eppure volevano tagliare ancora 1 mld. Una follia, davvero non capisco .

Questione di conti che non tornano, presidente.

La farmaceutica ha i conti in ordine: in sanità spendiamo meno di tutti e abbiamo i prezzi più bassi. Mi auguro che anche le regioni lo capiscano e si rendano conto che siamo un atout per tutti, se il Paese vuole tornare a crescere.

I tagli non sono sventati?

Io temo che le regioni ci riproveranno. Ma mi auguro che li facciano dove vanno fatti. Nella farmaceutica se ne sono fatti anche troppi di tagli. Ora basta davvero. Se ne hanno voglia, mettano mano nei veri sprechi.

E se toccherà ancora a voi?

Se ne dovranno assumere tutte le responsabilità.

Vale a dire?

Ho fatto due conti: 1 mld di tagli varrebbero più o meno 20mila posti di lavoro. Io penso che non succederà, ma se accadesse, questa volta chi lo fa se ne deve assumere le responsabilità. Voglio credere che la responsabilità sia invece di fare le cose per bene e di recuperare negli sprechi, dove ci sono. La farmaceutica è l'unico settore con un tetto e il ripiano a carico: stiamo ripianando oltre 400 mln, non dimentichiamolo. Tagliare sarebbe una follia, mi creda.

Renzi ha promesso la grande pace farmaceutica ai Ceo delle multinazionali, non vi basta?

E finora lo ha dimostrato. Le grandi aziende gli hanno dato credito e stanno investendo forte in Italia. Siamo un settore che assume, investe ed esporta. Se Renzi è stato di parola, e se sarà ancora così, potremo continuare a crescere.

Intanto il Fondo per i farmaci innovativi, a partire dall'epatite C , è sgradito alle regioni.

La proposta del ministro Lorenzin la condivido in toto. Con questi farmaci eradicheremo malattie che oggi costano cifre elevatissime ma non per sconfiggerle. Con parte di quei costi potremo sconfiggerle grazie ai farmaci, senza pesare sul fondo per la farmaceutica che già così non regge.

Propone quasi un nuovo paradigma di cure...

Bisogna pensare ormai a un modello di sanità diverso, non più fatto a silos ma a "cura della malattia". Se il farmaco fa risparmiare su altri costi, è chiaro che questi costi vanno messi sul farmaco.

Modello farmacocentrico...

No, un modello per la sostenibilità del sistema. Un nuovo dato che arriva dagli Usa ci dice tutto: per sviluppare un farmaco oggi servono 2,8 mld di dollari. Si pensava molto meno. Farmaci che abbattono le malattie. Con questo dobbiamo tutti fare i conti.

Un modello che dia più spazio anche ai Fondi integrativi?

Certamente. Gli italiani spendono privatamente decine di miliardi per curarsi, ma come? Se imparano a spendere bene con i Fondi, rendiamo più sostenibile il sistema e garantiamo più assistenza.

Perché investire da noi se siamo un terreno così ostile? Per produrre solo generici?

Abbiamo una grossa parte di produzione di farmaci a brevetto scaduto, ma anche un'alta percentuale di nuovi farmaci. Le nostre fabbriche sono sempre più specializzate. Dove c'è massa critica si tende a mantenerla e a ottimizzarla. Se il Paese garantisce stabilità, la massa critica resta e cresce. Qui, in Italia. Ma senza più resistenze burocratiche, l'aspetto principale, posso rivelarle, delle richieste dei Ceo a Renzi, a partire dal potenziamento dell'ente regolatorio, l'Aifa.

Cosa fatica a spiegare alla sua azienda in Usa?

Che abbiamo il pay pack, un tetto, il pay by result, 20 sistemi diversi di accesso al farmaco.

Cosa servirebbe invece?

Rimettere la palla al centro e pedalare tutti insieme. Riporterei tutto al centro, eliminerei la frammentazione e la lotteria della carta d'indentità per avere un farmaco.