Imprese e mercato

Ddl Concorrenza, Coop: «Sui farmaci vogliamo una vera liberalizzazione»

«Vogliamo una vera liberalizzazione. I farmaci possono costare meno così come testimonia la nostra esperienza, seppur limitata dalle attuali normative, nella vendita dei farmaci da banco». Lo afferma una nota della Coop in merito al ddl del ministero dello Sviluppo econcomico sulle liberalizzazioni che dovrebbe essere al vaglio del Consiglio dei ministri del 20 febbraio.

Coop sollecita una «vera liberalizzazione che dia la possibilità alle parafarmacie di diventare vere e proprie farmacie erogando tutti i servizi di quest'ultime e comunque di poter estendere alle parafarmacie la vendita dei farmaci di fascia C, ovvero dei farmaci totalmente a carico dei cittadini».

La prima catena della grande distribuzione in Italia, dal 2006 (anno della prima parziale liberalizzazione) ha aperto 123 Coop Salute in cui operano 450 farmacisti professionisti. Nei Coop Salute, spiega la nota, i farmaci da banco costano mediamente un 25/-30% in meno rispetto allo stesso farmaco acquistato in farmacia.

Coop inoltre commercializza in Italia farmaci a marchio proprio (5 principi attivi tra i più conosciuti) e in questo caso specifico i prezzi sono il 50% in meno rispetto alle corrispondenti marche di riferimento vendute nel circuito delle farmacie.

Oltre alla convenienza, «devono pesare sul piatto della bilancia a favore di un'equiparazione completa fra farmacie e parafarmacie - sottolinea Coop Italia in una nota - la presenza anche in quest'ultime di farmacisti seri e preparati esattamente alla stessa stregua dei loro colleghi, e la maturità di comportamento dimostrata dai cittadini consumatori. Il resto è soltanto una difesa corporativa a svantaggio della collettività».

«I benefici generati da una seppur parziale liberalizzazione - sostiene Coop - sono indubbi e sotto gli occhi di tutti. Non c'è motivo per arretrare su un'esperienza assolutamente positiva che ha rivelato la maturità di comportamento dei cittadini consumatori: nessun fenomeno di accaparramento, nessuna promozionalità, viceversa acquisti corretti e consapevoli esercitati in spazi definiti e delimitati. Mettere un farmaco in un circuito diverso da quello delle farmacie, ma sempre con la presenza dei farmacisti che riteniamo indispensabile, ha significato allargare il servizio, diminuire i prezzi, creare lavoro senza generare abusi».