Imprese e mercato

Federfarma alla Conad: le cattedrali del consumismo ignorano i più deboli

Federfarma risponde alla Gdo sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C. «La Grande distribuzione organizzata - sottolinea la Federazione - continua a sbandierare il proprio ruolo di paladina dei consumatori ma vende farmaci in meno del 10% dei propri punti vendita scegliendo quelli più redditizi e trascurando le persone che hanno piu' difficoltà a raggiungere i centri commerciali, soprattutto gli anziani e i malati fragili». Al contrario, le farmacie sono dappertutto, anche nelle aree rurali e montane piu' disagiate e garantiscono un servizio 24 ore su 24. «Nei propri punti vendita - continua Federfarma - la Gdo mette a disposizione della clientela solo poche decine di prodotti farmaceutici, guarda caso proprio quelli più venduti. Le farmacie hanno migliaia di referenze e garantiscono la disponibilità di un farmaco mancante in poche ore.
E' facile vantare la possibilità di fare grandi sconti se si vendono solo i pochi farmaci piu' redditizi nelle strutture in cui conviene di più. Peraltro anche in farmacia sono disponibili medicinali generici con prezzi analoghi a quelli praticati dalla Gdo».
Se come dice l'Ad di Conad «le liberalizzazioni e la competizione nei mercati sono il Dna di un Paese che deve cambiare» acquistare farmaci con obbligo di ricetta nei supermercati rappresenterebbe, secondo Federfarma «una mutazione genetica perché in nessun Paese al mondo i medicinali con ricetta sono venduti fuori farmacia
Anche le farmacie vogliono che il Paese abbia una sanità più moderna, ma non credono che ammodernamento significhi dare la ricetta medica alle cattedrali del consumismo. Bisogna invece garantire attraverso le farmacie in tutto il territorio ulteriori servizi sanitari al cittadino».