Europa e Mondo

Cancro, quanti falsi miti. Oggi la Giornata mondiale per sfatare le credenze

di Manuela Perrone


Al bando i pregiudizi e le credenze sui tumori che rallentano la battaglia contro i tumori. È un'"operazione verità" quella sfoderata dall'Uicc (l'Unione internazionale per il controllo del cancro) per l'edizione 2013 della Giornata mondiale contro la malattia , che si celebra oggi.
«Cancro - lo sapevi?», recita lo slogan. «Ci sono molti miti. Il 4 febbraio 2013 capisci i fatti». L'idea deriva dalla volontà di sostenere il quinto degli undici obiettivi che la Dichiarazione mondiale contro il cancro (World cancer declaration), sottoscritta finora da oltre 500mila persone, si propone di centrare entro il 2020: «Sfatare i miti dannosi e i pregiudizi sui tumori». La strada scelta è stata quella di individuarne quattro e di contrapporre a ciascuno le evidenze che lo smentiscono (qui i documenti originali sui miti ):

1) Il cancro è soltanto una "questione sanitaria"
FALSO! Il cancro ha una vasta gamma di implicazioni sociali ed economiche, nonché in termini di sviluppo e di diritti umani

2) Il cancro è una malattia dei Paesi ricchi e sviluppati
FALSO! Il cancro è un'epidemia globale: colpisce tutte le età e tutti i gruppi socioeconomici

3) Il cancro è una condanna a morte
FALSO! Molti tumori un tempo inguaribili e tutti i gruppi socioeconomici

4) "Il cancro è il mio destino"
FALSO! Adottando le giuste strategie, un terzo dei più comuni casi di tumore può essere prevenuto

Il gioco "vero-falso" aiuta non soltanto a smascherare i luoghi comuni che minano l'efficacia della lotta al cancro ma anche a indicare gli strumenti e le strategie migliori da mettere in campo. Raccomandazioni utili ai Governi e alle istituzioni, ma anche ai singoli individui. Perché - come ricorda l'Organizzazione mondiale della sanità - i numeri dei tumori sono impressionanti: il cancro è responsabile del 20% delle morti che avvengono in Europa. Ogni anno sono oltre 3 milioni i nuovi casi e 1,7 milioni i decessi provocati da questa malattia, che rimane la principale causa di morte e invalidità, dopo le patologie cardiovascolari.
Nel viaggio alla scoperta della verità promosso dall'Uicc si impara però che il cancro non è soltanto una questione sanitaria (il primo mito), perché la malattia incide sullo sviluppo e ha dirette implicazioni sul rispetto dei diritti umani. Già oggi il 47% dei nuovi casi e il 55% dei decessi si verifica nei Paesi poveri. Si stima che nel 2030 il carico di malattia nel Sud del mondo sia destinato ad aumentare dell'81%.
Un peso che impedisce, con la povertà e la perdita di produttività che comporta, il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio, fissati per il 2015. Per questo l'Uicc chiede che gli interventi di prevenzione e di controllo del cancro siano inclusi nel nuovo set di target per l'agenda post-2015. E che sulla malattia si investa, perché fare è molto meno costoso che non fare.
Direttamente collegato il secondo mito, quello che bolla il cancro come patologia dei Paesi ricchi. Non è così e la situazione è destinata a peggiorare, anche perché nella parte meno sviluppata del pianeta infezioni e tumori si mescolano in un cocktail micidiale.
Ma i messaggi più forti sono il terzo e il quarto: il tumore non è una condanna a morte né un destino. Chi continua ad avallare questa visione negativa e fatalista della malattia ignora come screening e diagnosi precoce possano rivoluzionare la gestione del cancro. I risultati sono concreti e misurabili: il Regno Unito in vent'anni ha visto i decessi dimezzarsi. Oggi dodici milioni di americani e oltre due milioni di italiani convivono con la patologia. Merito dei progressi nelle cure, certo, ma anche della possibilità di stanare il tumore nelle fasi iniziali, che rende la prognosi più favorevole. Una chance - affermano gli esperti dell'Uicc - che deve essere garantita a ogni individuo, indipendentemente dal luogo in cui vive. Senza nascondersi dietro l'alibi della mancanza di risorse: servizi multidisciplinari basati sul lavoro in team e trattamenti costo-efficaci possono essere resi disponibili anche con budget ridottissimi.
Abbandonarsi al fatalismo non premia: stili di vita poco salutari sono direttamente collegati all'insorgenza della malattia. Si calcola che il fumo ucciderà un miliardo di persone nel 21° secolo. Il World Cancer Research Fund International (Wcrfi) stima che il 27-38% dei principali tumori può essere prevenuto migliorando la dieta, combattendo l'obesità e facendo attività fisica.
«Vogliamo che le persone sappiano la verità», dice Katryn Allen del Wcrfi: «Un terzo dei più comuni casi di tumore si può prevenire». Non lasciamo che paura e ignoranza uccidano vite che potrebbero essere salvate.

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