Europa e Mondo

Mortalità infantile ancora troppo elevata: le indicazioni Oms per ridurla

Ridurre la mortalità infantile per il raggiungimento dell'Obiettivo di Sviluppo del Millennio n. 4. E' questo il senso del documento Oms che il ministero della Salute ha tradotto e appena pubblicato sul suo sito istituziale che, oltre alla situazione generale, analizza in particolare quattro casi su cui decsrive gli interventi possibili: polmonite, diarrea, llattamento esclusivo al seno, vaccinazione contro il morbillo

Nell'insieme, secondo il documento, sono stati compiuti progressi sostanziali per il raggiungimento dell'Obiettivo di Sviluppo del Millennio n. 4. Rispetto al 1990 - anno di riferimento per la misurazione dei progressi compiuti - nel 2011 sono morti circa 14.000 bambini in meno al giorno.
Il miglioramento nella sopravvivenza infantile è evidente in tutte le regioni. Il numero di paesi in cui il tasso di mortalità al di sotto dei 5 anni di età è stato pari o superiore a 100 decessi per 1000 nati vivi risulta più che dimezzato, essendo passato da 53 nel 1990 a 24 nel 2011. Inoltre, per la stessa fascia di età, nessun paese ha fatto registrare un tasso di mortalità superiore a 200 decessi per 1000 nati vivi, rispetto ai 13 del 1990.

Nel mondo, la mortalità stimata al di sotto dei 5 anni di età è diminuita del 41%, passando da un tasso di 87 decessi per 1000 nati vivi nel 1990 a 51 decessi per 1000 nati vivi nel 2011. Questa diminuzione si traduce in un decremento medio annuo della mortalità infantile del 2,5%, che rimane tuttavia insufficiente per il raggiungimento dell'Obiettivo di Sviluppo del Millennio n. 4 (ridurre di due terzi i tassi di mortalità al di sotto dei 5 anni di età tra il 1990 e il 2015). Il numero di decessi nei bambini di età inferiore ai 5 anni è diminuito da quasi 12 milioni nel 1990 a 6,9 milioni nel 2011. I progressi ci sono stati, ma distribuiti in maniera disomogenea. A livello regionale, la diminuzione dei tassi di mortalità al di sotto dei 5 anni di età tra il 1990 e il 2011 è stata pari o superiore al 60% in due regioni: le Americhe e il Pacifico Occidentale. I tassi medi annui di riduzione più elevati sono stati registrati nella Regione del Pacifico Occidentale (5,2%), dove risultano più di due volte superiori rispetto ai tassi osservati nella regione Africana (2,4%) e in quella del Mediterraneo Orientale (2,5%).

Poiché i tassi di mortalità al di sotto dei 5 anni di età sono diminuiti in maniera più netta nelle regioni in via di sviluppo più ricche, il divario tra l'Africa Sub-sahariana e le altre regioni si è approfondito. Nel 1990, la probabilità che un bambino nato nell'Africa Sub-sahariana morisse prima del compimento dei 5 anni di età era superiore di 1,5 volte rispetto all'Asia meridionale, di 3,4 volte rispetto all'America Latina e ai Caraibi, di 3,7 volte rispetto all'Asia orientale e di 12,1 volte rispetto alle regioni sviluppate. Nel 2011, tale probabilità risultava 1,8 volte maggiore rispetto all'Asia meridionale, 5,7 volte maggiore rispetto all'America Latina e ai Caraibi, 7,4 volte maggiore rispetto all'Asia orientale e 16,5 volte maggiore rispetto alle regioni sviluppate. Anche il divario tra l'Asia meridionale e le regioni più ricche è aumentato, sebbene non in maniera così notevole.

Cause di mortalità infantile 2010

Situazione
Globalmente, le quattro maggiori cause di morte nei bambini di età inferiore ai 5 anni sono state la polmonite (18%), la nascita prematura (16%: 14% durante il periodo neonatale e 2% nel periodo post-neonatale), le malattie diarroiche (11%) e l'asfissia alla nascita (10%: 9% durante il periodo neonatale e 1% nel periodo post-neonatale). La malaria è stata ancora una delle principali cause di morte nell'Africa sub-sahariana, causando circa il 15% dei decessi al di sotto dei 5 anni di età nella regione.

Su un totale di 7,6 milioni di bambini deceduti prima dei 5 anni di età, 4,4 milioni (il 58%) sono morti a causa di malattie infettive. Di tutte le infezioni, la polmonite (1,4 milioni), la diarrea (800.000) e la malaria (563.000) sono state le principali cause di morte, responsabili nell'insieme del 36% di tutti i decessi al di sotto dei 5 anni di età nel mondo. La maggior parte di tali decessi può essere prevenuta attraverso interventi noti, semplici, sostenibili e a basso costo, quali l'allattamento esclusivo al seno fino al sesto mese di età, le vaccinazioni, l'uso appropriato di antibiotici, la terapia di reidratazione orale e lo zinco, le zanzariere da letto impregnate di insetticida e i farmaci antimalarici.

Circa il 40% dei decessi nei bambini di età inferiore ai 5 anni si è verificato prima del 28° giorno di vita (periodo neonatale). La principale causa di morte è stata l'insorgenza di complicazioni in nascite pre-termine. L'asfissia alla nascita e la sepsi sono state rispettivamente la seconda e la terza causa di morte in questa fascia di età, causando nell'insieme 1,2 milioni di decessi. Il rischio di morire a causa di tali patologie può essere diminuito garantendo un'assistenza di qualità durante la gravidanza, la sicurezza e l'igiene del parto assicurate da un operatore qualificato, e cure neonatali immediate, inclusa la rianimazione neonatale, l'assistenza supplementare per i bambini sottopeso, l'attenzione nel tenere il bambino al caldo, il trattamento della sepsi neonatale e l'iniziazione precoce all'allattamento al seno.

Distribuzione
I pattern relativi alla distribuzione delle cause di mortalità infantile variano ampiamente da regione a regione. La proporzione più bassa di decessi neonatali (30%) si è verificata nella Regione Africana. D'altra parte, nel mondo il 96% di tutti i decessi al di sotto dei 5 anni di età dovuti alla malaria e l'89% di quelli dovuti all'HIV/AIDS si sono verificati nella Regione Africana. Nelle restanti cinque regioni dell'OMS, un'alta percentuale dei decessi nei bambini di età inferiore ai cinque anni si è verificata durante il periodo neonatale, con valori che vanno dal 42% nella Regione del Mediterraneo Orientale al 54% nella Regione del Pacifico Occidentale. La percentuale di decessi causati dalla polmonite è più bassa nelle Americhe e in Europa. In queste stesse regioni, i decessi dovuti alle malattie diarroiche hanno rappresentato solo il 4% del totale.

Tendenze
Nel mondo, il numero di decessi al di sotto dei cinque anni di età è sceso da 12 milioni nel 1990 a 9,6 milioni nel 2000 e a 7,6 milioni nel 2010. Circa il 60% dei 2 milioni di vite salvate nell'ultimo decennio è dovuto alla riduzione dei decessi causati dalla polmonite (455.000 decessi in meno), dal morbillo (363.000 decessi in meno) e dalla diarrea (361.000 decessi in meno). L'India, la Nigeria, la Repubblica Democratica del Congo, il Pakistan e la Cina hanno contribuito a metà della mortalità attribuibile alle infezioni e a più di metà di quella dovuta a cause neonatali nel mondo.