Europa e Mondo

Solo un Paese su 5 rispetta il Codice internazionale sulla pubblicità del latte artificiale: la denuncia dell'Oms in occasione della Settimana mondiale dell'attattamento al seno

di Barbara Gobbi

Si celebra a partire da oggi la Settimana mondiale 2013 dell'allattamento al seno, promossa in 170 Paesi fino al 7 agosto. Ma se è vero che il latte materno è uno dei principali fattori di sopravvivenza, per di più a costo zero, quello tracciato dall'Organizzazione mondiale della Sanità è un bilancio preoccupante. Soltanto 37 Paesi, il 19% di tutti gli Stati aderenti all'Oms, hanno adeguato pienamente la propria legislazione alle raccomandazioni del Codice intenazionale sul marketing relativo ai sostituti del latte materno. Nel dettaglio, solo 69 Paesi (il 35%) mettono al bando la pubblicità sui "sostituti"; solo 62 (il 35%) proibiscono del tutto campioni gratuiti o sconti per le strutture sanitarie; soltanto 64 (il 32%) proibiscono completamente omaggi e regali associati a questi prodotti alternativi; solo 83 Paesi (il 42%) prevedono messaggi inequivocabili sulle etichette, realtivi alla superiorità del latte materno rispetto a quello artificiale. Infine. appena il 23% degli Stati membri si è dotato di un sistema organico di monitoraggio.

La conseguenza diretta di tanta «disattenzione» ricade sulle madri. Letteralmente «inondate» - denuncia ancora il report Oms - da informazioni non corrette e fuorvianti, da offerte speciali e sconti, da messaggi sbagliati veicolati anche attraverso gli stessi ospedali dove partoriscono. E più "colpite" sono ovviamente le donne meno istruite.

Una situazione cui il Codice internazionale sul marketing relativo ai sostituti del latte materno, varato nel 1981, mira a porre rimedio. Ma stando ai dati è ancora tanta la strada da fare, e le prime destinatarie degli interventi devono essere proprio le donne e le madri. «La piena implementazione del Codice è vitale per ridurre o eliminare tutte le forme di promozione del latte artifificiale, inclusa la promozione diretta e indiretta tra le donne in attesa e le madri di infanti e bimbi piccoli», ha spiegato Carmen Casanovas, esperta Oms del Dipartimento della nutrizione per la Salute e lo sviluppo».

Dall'Unicef rincarano la dose. «Meno della metà dei bambini di età inferiore ai sei mesi - si legge nel comunicato sulla Settimana internazionale dell'allattamento materno - beneficia di questa pratica. Nel 2012 solo il 39% dei bambini di età inferiore ai 6 mesi è stato allattato esclusivamente al seno. Questo dato, a livello mondiale, è migliorato di poco negli ultimi vent'anni, in parte a causa dei grandi paesi in cui il tasso delle madri che allattano esclusivamente al seno è basso, in parte per la mancanza generale di un ambiente di supporto a questa pratica. I bambini che sono stati allattati esclusivamente al seno hanno 14 volte in più probabilità di sopravvivere durante i primi sei mesi di vita rispetto agli altri bambini. L'allattamento al seno dal primo giorno di vita riduce il rischio di morti neonatali fino al 45%».

La scheda
- In Cina, Paese che ha recentemente attratto l'attenzione dei media per la grande richiesta di latte in polvere che ha causato carenze in altri Paesi, il tasso di madri che praticano l'allattamento esclusivo al seno è solo del 28%.
- In Cambogia il tasso di madri che allattano al seno è cresciuto notevolmente dall'11,7% per i bambini con meno di 6 mesi nel 2000, al 74% nel 2010. Anche in Togo e Zambia il tasso è incrementato, rispettivamente, dal 10 al 20% negli anni 90, ad oltre il 60% a partire dal 2000.
- All'altra estremità della scala c'è la Tunisia, dove il tasso di donne che praticano l'allattamento al seno è diminuito dal 46,2% nel 2000, al solo 6,2%, dalla fine del decennio scorso; anche in Indonesia il tasso è in declino; in Nigeria non si fanno passi in avanti da molti anni; e molti dei tassi più bassi nel mondo sono in Somalia, Ciad e Sud Africa.