Europa e Mondo

Siria, l'appello Unicef contro «la guerra dei bambini»

di Barbara Gobbi

Con quattro milioni di bambini dentro e fuori il Paese a subire le sorti della guerra e un milione di piccoli rifugiati in Libano, Turchia, Giordania e Iraq, il conflitto siriano è ormai una delle più gravi crisi umanitarie nel mondo. Tanto che - avvisano Unicef e ministero degli Esteri - un'intera generazione è a rischio.
A fornire le cifre del disastro è Giacomo Guerrera, presidente di Unicef Italia, che oggi alla Farnesina ha fatto il punto della situazione alla presenza del ministro degli Esteri Emma Bonino. L'occasione: il convegno di chiusura della raccolta fondi dell'Unicef, intitolata proprio «I bambini della Siria: una generazione a rischio». Prossimo target: costruire un ospedale in Giordania, dove si concentra parte dei rifugiati.

«La vita di oltre quattro milioni di bambini all'interno e fuori del Paese è annientata dal conflitto in corso: un'intera generazione è a rischio. In Siria, il crescere continuo delle violenze e la distruzione di servizi e beni di sussistenza essenziali compromette la vita dei bambini che ne sono vittime», ha spiegato Guerrera. Che non esita a definire quella in corso tra il presidente siriano Bashar al Assad e i ribelli «una guerra ai bambini. Che ha costretto e costringe molti di loro a lasciare le proprie case abbandonando la scuola, gli amici e i parenti, gli affetti più profondi. Le loro nuove "case" spesso non hanno le necessità più elementari e ciò li espone alle malattie e altri pericoli. Le cicatrici fisiche ed emotive di questo conflitto li accompagneranno per molti anni a venire».

Il milione e mezzo destinato fino a oggi dall'Unicef non è sufficiente, anche perché gli stessi Paesi limitrofi che vedono triplicare la propria popolazione, non sono in grado di far fronte all'emergenza sotto il profilo dei bisogni più elementari: dalla fornitura di acqua e cibo fino all'assistenza sanitaria. E se la Cooperazione italiana, come ha ricordato il ministro Emma Bonino, «ha stanziato solo quest'anno venti milioni di euro per progetti in Giordania, Turchia, Libano e Iraq - senza contare i 50 milioni di dollari che dovrebbero arrivare nel prossimo decreto missioni - il dramma dei profughi e dei rifugiati siriani continua a parlare alle coscienze.