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Stretta sul fumo, via libera del Parlamento europeo alla direttiva

Il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza (560 sì, 92 no, 32 astenuti) il testo emendato della nuova direttiva tabacco - che mira essenzialmente a scoraggiare l'abitudine alle "bionde" tra i giovani - e ha dato mandato al negoziato con il Consiglio, ovvero con i governi. Gli emendamenti passati prevedono che le immagini-choc e le avvertenze per la salute coprano il 65% del pacchetto (oggi per legge va coperto il 30% della parte anteriore del pacchetto mentre il 40% va dedicato a informzioni sanitarie) e compaiano nella parte alta, sopra il logo della marca. Saranno vietate le confezioni con meno di 20 sigarette. L'aroma al mentolo dovrà essere abolito, ma solo entro 8 anni. Inoltre, è stato mantenuto il divieto di vendita delle cosiddette sigarette "slim", ovvero con diametro inferiore ai 7,5 millimetri, perché considerati prodotti «fuorvianti».

L'approvazione della direttiva rischia di slittare a dopo le prossime elezioni del Parlamento Ue (vista la «procedura di codecisione» adottata ordinariamente in seno all'Ue e che prevede una, due o tre letture del testo). Una volta approvato definitivamente l'articolato, gli Stati membri avranno 18 mesi dalla sua entrata in vigore per tradurre la direttiva nel diritto nazionale e 36 mesi per le disposizioni di additivi. I prodotti del tabacco non conformi alla direttiva saranno ammessi sul mercato per 24 mesi, 36 mesi nel caso delle sigarette elettroniche.

«Sappiamo che si tratta di bambini, non di adulti, che iniziano a fumare. E nonostante la tendenza al ribasso nella maggior parte degli Stati membri dei fumatori adulti, i dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità mostrano preoccupanti tendenze al rialzo in un certo numero dei nostri Stati membri per i giovani fumatori», ha detto la relatrice, la laburista britannica Linda McAvan, dell'Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. «Dobbiamo fermare le aziende produttrici di tabacco che rivolgono ai giovani una serie di prodotti ingannevoli e dobbiamo fare in modo che i pacchetti di sigarette abbiano avvertimenti efficaci. In Canada - ha aggiunto - le grandi avvertenze illustrate sono state introdotte nel 2001 e il fumo nei giovani é dimezzato».
L'Aula del Parlamento ha anche regolato la vendita delle sigarette elettroniche. Tali prodotti dovrebbero: non superare i 30 mg/l di nicotina, contenere le avvertenze sanitarie, essere vietati ai minori di 18 anni e soggetti alle stesse restrizioni sulla pubblicità esistenti per i prodotti di tabacco. I deputati non hanno invece chiesto che la sigaretta elettronica sia sempre sottoposta alla legislazione europea sui medicinali: l'obbligo di autorizzazione preventiva scatta solo qualora il prodotto sia presentato come avente proprietà curative o preventive.

I deputati europei si sono inoltre opposti all'uso di additivi e aromi nel tabacco poiché rendono il prodotto più attraente. L'uso degli aromi, mentolo incluso, dovrebbe essere proibito. Gli additivi essenziali nella produzione, quali lo zucchero, saranno invece consentiti, così come altre sostanze che sono state incluse in un elenco che ne determina anche le concentrazioni specifiche. Per ottenere l'autorizzazione per un additivo, i produttori dovrebbero presentare una domanda alla Commissione.
Per ridurre il numero dei prodotti del tabacco illeciti immessi sul mercato, gli Stati membri dovrebbero - a parere del Parlamento Ue - garantire che le unità di pacchetti e gli imballaggi di trasporto siano identificati da un contrassegno per tracciarne il percorso di spedizione dal primo produttore al dettagliante.

Dodici anni dopo l'entrata in vigore dell'attuale direttiva, il fumo rimane la principale causa di morte evitabile: sono circa 700.000 le persone che ne muoiono ogni anno. Grazie alle misure adottate nel corso degli anni per ridurre il numero dei fumatori, il tasso di morte é passato dal 40% nell'Ue a 15 del 2002 al 28% nell'Ue a 27 nel 2012. Da qui anche il forte imput arrivato ieri dal segretario generale dell'Oms Margaret Chan, perché il testo emendato della direttiva non uscisse depotenziato dall'esame del Parlamento.