Europa e mondo

Assemblea Efpia, partenariati Big Pharma: strategia comunitaria per le scienze della vita

di Sara Todaro

Migliorare gli esiti di salute e rimuovere le disuguaglianze a vantaggio dei pazienti; favorire la creazione di sistemi sanitari sostenibili e prevedibili per accelerare l'accesso ai farmaci; puntare sull'innovativo comparto delle scienze per promuovere la competitività europea .

Poggia su questi tre pilastri la strategia lanciata ieri a Lione in occasione dei lavori annuali dell'assemblea Efpia, l'associazione delle industrie farmaceutiche eruopee, che ha scelto questa occasione per presentare un documento che delinea il percorso per una strategia integrata per il settore delle scienze della vita in Europa.

«Salute e crescita- Lavorare assieme per un'Europa sana» il titolo del testo che sollecita "una nuova generazione di partenariati e soluzioni di collaborazione per affrontare le crescenti sfide per la salute e la competitività dell'Ue" e sottolinea la necessità di collocare l'industria farmaceutica al centro della riforma economica europea. "Primeggiare per sopravvivere" potrebbe essere lo slogan della strategia, illustrata all'Efpia dal presidente , l'amministratore delegato Sanofi , Christopher Viehbacher: «Solo un significativo miglioramento nei risultati sanitari, sostenuto da un alto tasso di innovazione , potrà servire a tenere la spesa sanitaria sotto controllo. Questo richiede collaborazione e un cambiamento nella percezione – ha detto. – Abbiamo bisogno di comprendere meglio i fattori ambientali e demografici che determinano la spesa sanitaria , quali sono le esigenze future in termini di prevenzione e gestione della malattia, qual è il valore degli investimenti in diversi settori e quali approcci innovativi avranno il maggior effetto . Se vogliamo sistemi sostenibili , non possiamo rinnovare solo una zona ; dobbiamo affrontare il sistema nel suo complesso».

In un'Europa che sta tentando di emergere dalla crisi, con i sistemi sanitari sempre più sotto tensione tra recessione economica e di austerità la richiesta delle imprese del comparto ai nuovi leader politici è di una maggiore collaborazione per concordare una strategia globale per le scienze della vita: «Efpia crede in una nuova generazione di partenariati multi-stakeholder – dice il direttore generale, Richard Bergström. – Dobbiamo cominciare a pensare fuori dagli schemi e garantire la nostra industria è collegata non solo sul dibattiti su benessere , ma anche di posti di lavoro, la crescita e la stabilità economica».

Richieste sostenute dai dati aggiornati del comparto. Secondo Eurostat, l'industria farmaceutica è il settore dell'alta tecnologia con il più alto valore aggiunto per addetto ed è anche il settore con la più alta percentuale di investimenti in R&S: 30. 630 milioni in Europa nel 2013, per un totale di oltre 690mila addetti, di cui 115mila impegnati nella ricerca, a fronte di un mercato interno a prezzi ex factory da 163milioni di euro.

Una realtà al top, che continua però a subire gli effetti graduale migrazione economica verso mercati in rapida crescita delle economie emergenti come Brasile, Cina e India, cresciuti nel 2013 a tassi del 14% -17% contro una crescita media di mercato dell'1% per i cinque principali mercati europei e 3% negli Usa. E che paga il dazio di un commercio parallelo dovuto alla frammentazione del mercato interno costato nel 2012 alle imprese qualcosa come 5.465 milioni di euro, sottratti agli investimenti e alla possibilità di crescita.

Di qui l'appello delle imprese a migliorare l'ecosistema del settore, garantendo uguale accesso ai farmaci innovativi a tutti i pazienti europei e adottando una strategia condivisa di sostegno alla ricerca: pietra miliare la revisione del sistema di tutela brevettuale vigente per renderlo capace di garantire il ritorno economico di una attività di ricerca resa decisamente più complessa e rischiosa che in passato dalla tendenza alla medicina personalizzata. Nel segno della sostenibilità dei sistemi sanitari e della crescita complessiva del comparto anche il secondo appello lanciato a Lione da Vaccines Europe con "Call for action": una campagna che chiede una strategia di vaccinazione coerente in Europa con l'obiettivo di "portare la vaccinazione nel cuore della sanità pubblica". La rodad map si basa su cinque pilastri principali :

1. Implementare di un approccio olistico dell'Ue alla prevenzione;

2. Accelerare l'accesso dei cittadini ai vaccini innovativi;

3. Migliorare la protezione dei cittadini europei contro le malattie prevenibili ;

4. Sostenere un Centro europeo forte per la prevenzione e il controllo delle malattie;

5 . Costruire strategie efficaci di comunicazione e coinvolgimento degli stakeholder .

«In un momento di crescente dibattito sulla necessità di istituire sistemi sanitari sostenibili è fondamentale ottimizzare l'utilizzo di misure efficaci - ha spiegato il presidente di Vaccini Europa, Andrea Rappagliosi. – I vaccini sono gli strumenti più efficaci nella creazione di un programma di spesa più intelligente per l'assistenza sanitaria in Europa esposta al rischio di epidemie di malattie ricorrenti che si pensavano debellate, con alto rischio per i pazienti e costi sanitari evitabili». Una vera e propria emergenza secondo i dati forniti da Vaccines Europe: gli Stati Membri destinano alla prevenzione in media solo il 2,7% della spesa sanitaria; trascorrono in media 6,4 anni tra l'ingresso di un nuovo vaccino sul mercato e il suo effettivo utilizzo nella popolazione; le influenze stagionali determinano in media 38.500 decessi l'anno ma solo due tra gli Stati Membri raggiungono il 75% del target di vaccinazioni consigliate per la popolazione anziana.