Europa e mondo

Ebola, Msf: «I leader mondiali stanno fallendo»

di Rosanna Magnano

L'ebola è ormai fuori controllo. Le Nazioni Unite hanno bisogno di denaro, medici, infermieri, laboratori e dispositivi di protezione per affrontare il virus, come ha detto il vice segretario generale dell'Onu, Jan Eliasson, parlando al vertice di oggi a Palazzo di Vetro a New York. Ma le risorse messe in campo finora sono una goccia nell'oceano.

«Il virus dell'Ebola è una minacccia globale», ha detto il numero uno dell'Oms, Margaret Chan, precisando che dei 3.069 casi segnalati oltre 1.550 ammalati sono morti. «L'epidemia peggiorerà prima di migliorare e richiede un aumento della risposta globale», ha aggiunto Chan, definendola la più complessa epidemia di Ebola nella storia del virus, «una situazione senza precedenti».

Un focolaio distinto e per il momento contenuto è stato rilevato dall'Oms anche nel Congo: attualmente sono 53 i casi confermati, sospetti o probabili di Ebola e altre 185 persone sono sotto sorveglianza.

Intanto Medici senza frontiere lancia l'allarme rosso. «I leader mondiali - afferma il presidente, Joanne Liu - stanno fallendo nell'affrontare la peggiore epidemia di Ebola mai registrata». Secondo Msf, gli Stati che hanno capacità di risposta ai disastri biologici, devono immediatamente inviare materiali e personale in Africa occidentale, inclusi apparati medici civili e militari. La situazione precipita: operatori sanitari che muoiono, pazienti che vengono lasciati senza cura e cadaveri infetti per le strade.

Secondo Liu, intervenuta al vertice di New York, sebbene i campanelli d'allarme stiano suonando da 6 mesi, la risposta finora è stata davvero scarsa e tardiva.

«In Africa occidentale, i casi e le morti - continua Liu - continuano ad aumentare ci sono continue rivolte, i centri di isolamento sono sopraffatti. Gli operatori sanitari che combattono in prima linea si stanno infettando e stanno morendo in numeri scioccanti. Altri sono fuggiti per la paura, lasciando le persone senza cura anche per le malattie più comuni. Interi sistemi sanitari sono crollati. E 'impossibile tenere il passo con il numero di persone infette che si stanno riversando nelle poche strutture. In Sierra Leone, corpi infetti marciscono nelle strade. Quindi piuttosto che costruire nuovi centri di cura dell'Ebola in Liberia, siamo costretti a costruire forni crematori».

Msf ha raddoppiato il suo staff di medici volontari in Liberia, ma non è in grado di far fronte da sola all'emergenza. Secondo Liu, l'epidemia può essere fermato solo se i governi invieranno squadre a rischio biologico e attrezzature. «Molti degli Stati membri hanno investito massicciamente nella risposta alle minacce biologiche», ha detto rivolgendosi alle Nazioni Unite. «C'è una responsabilità politica e umanitaria di utilizzare immediatamente queste risorse nei Paesi colpiti da Ebola. Per arginare l'epidemia, è imperativo che gli Stati implementino attività civili e militari con esperienza nel contenimento del rischio biologico. Vi chiedo di inviare i vostri team specializzati nella risposta alle catastrofi in stretta collaborazione con i Paesi interessati. Senza questo, non terremo mai l'epidemia sotto controllo».

Rafforzati gl aiuti alimentari. Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Wfp) sta aumentando il volume dell'assistenza alle persone colpite dall'Ebola nei tre Paesi maggiormente afflitti dall'epidemia - Guinea, Liberia e Sierra Leone - e il supporto logistico a tutta la comunità umanitaria impegnata a combattere la diffusione del virus. L'agenzia ha lanciato un'operazione regionale di emergenza per raggiungere 1,3 milioni di persone nei centri sanitari e nelle aree in quarantena. Il Wfp fornisce cibo e assistenza logistica, lavorando insieme ai governi nazionali, all'Oms e ad altri partner per dare assistenza alle persone affette dal virus sotto trattamento e ridurre il rischio che il virus si propaghi in nuove aree.

Prove tecniche di vaccino. Inizia questa settimana presso il National Institutes of Health statunitense il primo test sperimentale del vaccino per il virus Ebola sull'uomo. Secondo quanto riportato dalla Cnn, citando il dottor Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, dopo un esame della Us Food and Drug Administration i ricercatori hanno avuto luce verde ad effettuare i test su un gruppo di volontari.

Il vaccino sperimentale, sviluppato dalla società farmaceutica GlaxoSmithKline e da NIAID, verrà prima somministrato a tre persone sane per verificare eventuali effetti negativi. Quindi, se verrà ritenuto sicuro, sarà
somministrato ad un altro piccolo gruppo di volontari, di età compresa tra i 18 e i 50 anni, i quali verranno monitorati attentamente per controllare anche eventuali effetti collaterali.

Il vaccino è stato testato in precedenza sugli scimpanzè, e ha dato buoni risultati. Secondo Fauci, gli esami non possono attualmente essere condotti nei quattro paesi colpiti dalla recente epidemia - Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria - perché le infrastrutture di assistenza sanitaria esistenti non sono in grado di supportarli.

Il prossimo vertice. A fare ancora il punto più 150 esperti e ricercatori, che si riuniranno giovedì e venerdì prossimi a Ginevra. Lo ha confermato oggi l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Obiettivo della riunione a porte chiuse sarà di condividere le informazioni più recenti sullo sviluppo dei trattamenti sperimantali, ha spiegato la portavoce dell'Oms, Fadela Chaib. In programma l'esame di aspetti etici, il loro impiego presso determinati gruppi e le quantità eventualmente disponibili, ha aggiunto.

L'Oms aveva già organizzato una prima riunione di esperti a Ginevra a metà agosto sui trattamenti sperimentali e si era detta favorevole al loro uso nell'ambito dell'attuale grave crisi di Ebola nell'Africa dell'ovest che ha già causato più di 1.500 decessi. Allo stato attuale non esiste alcun farmaco o vaccino omologati contro Ebola.