Europa e mondo

Fumo e disuguaglianze di salute: le best practice di Bruxelles per la prevenzione

La lotta al fumo non può prescindere dalle disuguaglianze di salute. E i «codici» utilizzati negli interventi di prevenzione vanno calibrati sulla base dei contesti culturali che caratterizzano le popolazioni locali e i gruppi socio-demografici che pagano le maggiori conseguenze delle patologie correlate al tabacco. Vanno ridotti gli ostacoli ai servizi per la disassuefazione dal fumo puntando anche sulla tassazione e l'imposizione di prezzi elevati sul tabacco. Priorità a campagne di marketing anti-fumo mirate soprattutto sui gruppi a basso status socio-economico, puntando sul linguaggio televisivo piuttosto che su materiali stampati, senza temere di utilizzare potenti messaggi emotivi. Più spazio alla ricerca per prevenire l'iniziazione al fumo e le disugualglainaze di salute dovute alle «bionde». Sono queste le raccomandazioni finali del Report della Commissione europea «Identifying best practice in
actions on tobacco smoking to reduce health inequalities» diffuso oggi dalla Dg Salute di Bruxelles.


Un «vizio» che dipende dal reddito: i trend del fenomeno. L'analisi dei dati tra i gruppi socio-demografici dei Paesi Ue dimostra che il fumo è ancora unìabitudine comune. A fumare è un uomo su tre e una donna su quattro. Tuttavia, a partire dal 2005 le differenze uomo-donna sono sempre più instabili e si ossrrva una leggera diminuzione tra i maschi.

La prevalenza del «vizio» diminuisce con l'aumento dell'età. Dati 2005-2012 mostrano che la prevalenza del fumo per gli over-65 è compresa tra il 10 e il15% nell'Ue. Si passa al 25% nella fascia 55-65 anni e al 30-40% tra chi ha meno di 55 anni.

Il cambiamento più marcato è stato rilevato nel gruppo 15-25 anni: nel 2005 la percentuale di fumatori era del 36%, ma solo il 29% dei membri di questa fascia di età fuma nel 2012. Un dato che potrebbe riflettere l'efficacia degli interventi di prevenzione e controllo del tabacco.

E la prevalenza del fumo di tabacco è risultata più alta tra coloro che hanno i redditi più bassi. L'importanza della variabile economica è confermata per i giovani e la fascia di mezza età.

E' soprattutto per gli under 45 che la prevalenza del fumo è legata strettamente alla fascia sociale, soprattutto tra i maschi di età compresa tra 35-44 anni. In questo gruppo, il 57% dei maschi con uno status sociale basso ha dichiarato di fumare. Tale percentuale si abbassa al 29% tra gli uomini con un levato status sociale.