Europa e mondo

EmedMed: la telemedicina sbarca in Nord Africa

Diffondere nei Paesi in via di sviluppo un nuovo modo di fare sanità grazie alle moderne tecnologie, per estendere anche nei piccoli villaggi cure efficienti ed economicamente sostenibili. E' ambizioso l'obiettivo del progetto EMedMed di Occam, l'Osservatorio per la comunicazione culturale e audiovisiva nel Mediterraneo e nel mondo, ente affiliato Onu, che punta a sviluppare la medicina in rete in tre nazioni nordafricane: Tunisia, Marocco ed Egitto. Il piano sarà realizzato, come partner tecnologico, dal Gruppo Dedalus, società di Firenze specializzata nel software clinico sanitario. Il progetto di telemedicina sarà presentato domani a New York, presso la sede delle Nazioni Unite, da Giorgio Moretti, presidente di Dedalus, durante la XV Infopoverty World Conference. Un appuntamento che ha come obiettivo la lotta alla povertà tramite l'Information Technology (Ict). Il tema principale della conferenza, che sarà trasmessa via web in oltre 120 Paesi, sarà proprio la sanità globale che parte dall'ambiente e, attraverso la sicurezza alimentare, arriva fino alle moderne applicazioni che fanno largo uso delle nuove tecnologie. Il progetto EMedMed punta allo sviluppo della telemedicina basata su una soluzione software sviluppata da Dedalus: la piattaforma di interoperabilità, che gestisce lo scambio di notizie sanitarie tra i diversi sistemi informativi, amministrativi e clinici.
In più il compito di Dedalus sarà quello di assistere le strutture sanitarie locali e di fornire tecnologia e servizi tecnologici di ausilio al personale amministrativo e a quello medico-scientifico, per farli operare in piena autonomia. Accanto alla parte tecnologica, infatti, il progetto si basa anche su un servizio di formazione e assistenza di figure mediche e paramediche di ciascun Paese. Le nazioni africane coinvolte utilizzeranno la telemedicina in tre settori: in Tunisia per la specializzazione in pneumologia, in Egitto per la ginecologia e in Marocco per il diabete. La fase di formazione, sperimentazione e verifiche sul campo avrà una durata compresa tra 24 e 36 mesi, dopodiché ogni organizzazione sanitaria locale sarà in grado di diffondere pratica e tecnologia nel proprio territorio grazie anche a unità sanitarie mobili dotate di strumenti elettromedicali. I vantaggi, spiegano i promotori, sono indubbi. «In questi territori è quasi impensabile costruire degli ospedali attrezzati, per questo motivo sono sufficienti centrali integrate dove staff medici possono elaborare le informazioni e fornire cure adeguate a distanza». EMedMed sarà finanziato con 4 milioni di euro e se dimostrerà la sua efficacia sarà esteso a tutta l'Africa, cercando in questo modo di aumentare le aspettative di vita di quelle popolazioni.