In Parlamento

Spending review: via libera del Senato

di Rosanna Magnano


Ha ottenuto il via libera del Senato il maxiemendamento alla spending review sul quale il governo ha posto la fiducia. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera, dove é previsto un rapido esame prima dell'ok definitivo atteso entro venerdì. Nel passaggio a Palazzo Madama il provvedimento si è arricchito di parecchie novità, tra cui quelle sui farmaci cosiddetti "griffati", un nodo sul quale il Governo ha tenuto duro solo a metà. Resta l'obbligo di indicazione del principio attivo: il medico che ha per la prima volta in cura un paziente cronico o per una nuova patologia non cronica, per cui sono in commercio più farmaci equivalenti, deve indicare sulla ricetta soltanto il principio attivo. Ma la novità introdotta dal maxi-emedamento consente al medico di indicare, se lo ritiene necessario, il nome del farmaco di marca con lo stesso principio attivo e la sua indicazione sarà vincolante per il farmacista solo se accompagnata da una "sintetica motivazione dalla clausola di non sostituibilità del prodotto prescritto".
Per le farmacie, aumenta lo sconto sui medicinali dovuto dai presidi al Servizio sanitario nazionale, ma con il maxi-emendamento viene ridotto al 2,25% dall'ipotesi iniziale del 3,65% Confermato anche l'incremento della quota che le aziende farmaceutiche devono pagare alle Regioni, ma diminuisce dal 6,5% al 4,1%. Dal 2013 scatterà un nuovo sistema di remunerazione della filiera.
Altre modifiche rilevanti riguardano la possibilità per le otto regioni in disavanzo sanitario (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) di anticipare dal 2014 al 2013 la maggiorazione dell'aliquota addizionale regionale Irpef, dallo 0,5% all'1,1%, e il reperimento di 800 milioni di euro da destinare ai comuni (300 milioni presi da un fondo già destinato alle amministrazioni locali e 500 milioni da un fondo dell'Agenzia delle entrate che serve anche per i rimborsi fiscali alle imprese). È saltato poi l'obbligo per le autonomie locali di tagliare o accorpare enti e agenzie, mentre é confermato l'obiettivo di ridurne la spesa almeno del 20% (sono escluse dai tagli le istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali, educativi e culturali).
Infine una delle norme più contestate: quella sulle tasse universitarie, che aumenteranno per gli studenti fuori corso, in maniera proporzionale in base al reddito familiare, fino al raddoppio (l'incremento del 100% é previsto per i redditi oltre 150mila euro), ma che ieri è stata integrata con il blocco per tre anni delle rette per gli studenti in tempo con gli esami e con un reddito Isee fino a 40mila euro;

Il provvedimento, che già ieri aveva scatenato una vera e propria rissa di comunicati stampa tra Industria, medici e consumatori non smette di suscitare polemiche. Amedeo Bianco, presidente di FnomCeo ha scritto una lettera al ministro della Salute, Renato Balduzzi, in cui chiede l'apertura di un confronto. "L'impressione che si desume dal susseguirsi di proposte di provvedimenti legislativi sul farmaco - si legge nel testo della lettera - è che, in luogo di un corpus normativo organico e coerente con le esigenze di appropriatezza, efficienza, sicurezza ed efficacia, si navighi su rotte che rischiano di smarrire l'interesse più generale dei cittadini e mortificare una funzione delicata ed esclusiva del medico e cioè la prescrizione del farmaco". Il punto dolente, secondo la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, è quello della responsabilità prescrittiva: "Il provvedimento in oggetto, nella sua stesura non privo di incertezze interpretative, non appare tuttavia comportare risparmi per lo Stato, rispetto al sistema attualmente vigente, ma si limita a trasferire dal medico prescrittore al farmacista dispensatore il compito della scelta del farmaco, in condizioni di equivalenza di principio attivo. In questo contesto, la facoltà "ancora" riconosciuta al medico, di scegliere il farmaco motivandone le ragioni per iscritto, configura una procedura tecnicamente inutile e professionalmente lesiva della autonomia e responsabilità prescrittiva in capo al professionista".

La Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, rilancia con l'allarme su possibili ripercussioni sulla ricetta elettronica. "Il nuovo provvedimento sulla prescrizione dei farmaci – dichiara il segretario nazionale della Fimmg Giacomo Milillo - bloccherà totalmente il sistema della ricetta on line. Dopo tanti ritardi e difficoltà di applicazione in molte realtà, bisognerà ripartire da zero in quanto i sistemi di accoglienza regionali e centrale sono destinati a 'saltaré. Così com'é attualmente impostata, infatti, la ricetta elettronica non prevede l'inserimento del principio attivo, ma esclusivamente del farmaco. Dunque, oltre al danno la beffa".

Molto dura la presa di posizione di Federanziani contro la categoria dei medici nella sua interezza. "I medici dovrebbero vergognarsi", criva Federanziani, la federazione delle associazioni degli 'over 65', che commenta il comportamento degli Ordini dei medici, della Fnomceo, della Fimmg, della Simg, della Fimp, dello Snami e di tutte le società scientifiche, sul decreto spending review e la norma sulla prescrizione del principio attivo. "Quanto accaduto o sta accadendo - sottolinea Federanziani in una nota - testimonia la presa di distanza dello Stato dal vostro operato: non godete della fiducia dei decisori politici".