In Parlamento

Biotestamento: riparte l'esame del Ddl in commissione al Senato

A sorpresa la commissione Igiene e sanità del Senato ha deciso di riprendere l'esame del disegno di legge sul testamento biologico, fermo da ottobre 2011. Con 14 voti favorevoli e 10 contrari i senatori di Pdl e Lega lo hanno ripescato dal cilindro, scatenando l'ira di Pd e Radicali che parlano di mossa elettorale. «Toccherà ora all'ufficio di presidenza della commissione - ha spiegato comunque Emanuela Baio al termine della seduta - fissare modalità e tempi per la calendarizzazione del provvedimento, a partire dalla prossima settimana».

Il riavvio dell'esame del Ddl (in terza lettura, poiché il testo era stato approvato prima dal Senato e poi con modifiche dalla Camera) ha riacceso polemiche mai sopite. Perché il tema è di quelli che scottano. Il disegno di legge 10-B «Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento» , di cui è relatore in commissione Raffaele Calabrò (Pdl) - era stata la "risposta" parlamentare al caso di Eluana Englaro. La Camera ha introdotto l'obbligo per il medico «di informare il paziente sui trattamenti sanitari più appropriati (...) e sul divieto di qualunque forma di eutanasia» e ha stabilito che «in casi di pazienti in stato di fine vita o in condizioni di morte prevista come imminente, il medico debba astenersi da trattamenti straordinari non proporzionati rispetto alle condizioni cliniche del paziente o agli obiettivi di cura».

Le dichiarazioni anticipate di trattamento, sempre secondo il provvedimento che torna all'esame di Palazzo Madama, valide cinque anni, sono qualificate come «orientamenti e informazioni utili per il medico, circa l'attivazione di trattamenti terapeutici». Orientamenti che però non possono riferirsi ad alimentazione e idratazione, che «devono essere mantenute fino al termine della vita, a eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente in fase terminale i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo».

Grande la spaccatura in commissione. «Il nostro gruppo ha votato contro il riavvio dell'esame in commissione perché si era deciso di dare priorità, data la grave crisi economica del Paese, a questioni che riguardano più direttamente i problemi delle persone e soprattutto dei più deboli, come la costituzione del fondo per la disabilità grave, il problema dell'autismo infantile, la diffusione del diabete», dice Fiorenza Bassoli, capogruppo Pd alla XII. Le fa eco Ignazio Marino, durissimo: «Si è ricostituita la maggioranza Pdl-Lega. E' l'ennesima dimostrazione che temi come quelli legati al testamento biologico, di enorme rilevanza per la vita delle persone, sono utilizzati da personaggi come Bossi e Berlusconi solo a fini elettorali».

«Rimettere all'ordine dei lavori questo Ddl è da irresponsabili e da cinici», tuona la senatrice radicale Donatella Poretti, segretario della commissione. «Una decisione dettata da motivazioni ciniche come quella della Lega Nord espressamente dichiarate di spezzare il clima di unanimità a favore dell'attuale Governo, e fingere di riaprire un dibattito sul merito quando è evidente che si tratterà solo di eseguire un compito alla vigilia delle elezioni sulla capacità' di rispondere ai richiami del Vaticano. Speriamo sia solo una mossa propagandistica, perché approvare la legge sarebbe negare il diritto alla salute, alla libertà di cura e di autodeterminazione, una legge contro i cittadini».

Antonio Tomassini (Pdl), presidente della commissione, taglia corto: «Era arrivata una richiesta da quattro gruppi su sette. E' chiaro che può venire a chiunque il retropensiero di una strumentalità di questo discorso, ma per me questo tema è sempre attuale. Qui io sono l'arbitro, perché sono il presidente».