In Parlamento

Decretone: tempi stretti per le modifiche, si profila la fiducia anche al Senato

Tempi troppo stretti per riuscire a concludere anche un terzo passaggio alla Camera. Per questo motivo il Governo si starebbe orientando a porre la fiducia anche al Senato sul decreto sanità in modo da concludere l'iter con la seconda lettura e senza ulteriori interventi di modifica.

In commissione Igiene e Sanità ora si sta valutando, ipotesi già avanzata nei giorni scorsi, di utilizzare un altro veicolo, ad esempio il Ddl omnibus di Ferruccio Fazio sulla sperimentazione clinica, per introdurre dei correttivi al decreto.

«Constatiamo con amarezza che per il Governo la sanità non è un tema prioritario», ha commentato Daniele Bosone (Pd), uno dei relatori in commssione Igiene e Sanità, sottolineando però che «il ministro ha lavorato con noi in modo serio».

«Avevamo concordato - aggiunge l'altro relatore Michele Saccomanno (Pdl), solo 8 emendamenti sui quali c'era la disponibilità anche dei gruppi alla Camera per approvarli in terza lettura in tempo utile». Quindi si tratta «di una chiusura da parte del Governo che non ha dato priorità al provvedimento». «Dopo aver chiesto il parere alla Commissione Bilancio sulla base delle modifiche apportate - conclude Saccomanno - il testo arriverà in Aula martedì, ma con la richiesta di fiducia».

Gli 8 emendamenti toccano temi quali: rischio clinico; responsabilità professionale e atto medico; parto indolore; blocco del turnover.

Approvare «con due voti di fiducia una riforma strutturale della sanità» è «un errore gravissimo» anche perchè si tratta di un provvedimento-annuncio, in particolare su cure primarie e intramoenia, che andrebbe profondamente modificato e che così com'è «non è votabile», secondo il senatore del Pd Ignazio Marino. Marino sottolinea che la «fretta del ministro» cela la «debolezza di un provvedimento che sarà reso ancora più ininfluente dalla legge di stabilità».

«E' grave per la Sanità e il senso civico del Paese che il Governo dei tecnici impedisca a un ramo del Parlamento di esprimersi in merito al Dl.
Dopo avere permesso la cura dimagrante che la commissione Bilancio della Camera ha imposto ora si chiede un'altra fiducia per non correre il rischio che il Senato emendi e migliori la legge. Ormai il bicameralismo perfetto è solo una ipotesi di scuola e le soluzioni tecnocratiche impongono la linea a colpi di fiducia prevaricando le prerogative parlamentari». Questo il giudizio di Costantino Troise, segretario nazionale Anaao-Assomed - che ricorda la manifestazione del 27 otobre voluta dai medici per «salvare il soldato Ssn» - , secondo il quale «la sanità è nei programmi del Governo solo come fattore di spesa, da tagliare prima e più degli altri, un capro espiatorio della crisi, un laboratorio dove si sperimentano ricette di privatizzazione. Il diritto forte di cui parla la Costituzione, che è diritto alla cura dei cittadini e diritto a curare dei medici, non figura nei suoi programmi nemmeno per errore».