In Parlamento

Legge di stabilità 2013: su beni e servizi il Servizio Bilancio dello Stato chiede chiarimenti al Governo

Ddl di stabilità 2013: arrivano le osservazioni del Servizio Bilancio dello Stato.

Che chiede subito chiarimenti sul giro di vite per l'acqusito di beni e servizi: la relazione tecnica - si legge nel parere - offre elementi utili a valutare la sostenibilità per il settore del taglio complessivo della spesa per acquisti di beni e servizi che deriva sia dalle misure già vigenti che da quelle in esame (-16 per cento). «Con riferimento alla quantificazione dei risparmi derivanti dalla lettera a) (la riduzione del 10 per cento degli importi e delle connesse prestazioni relativi a contratti in essere di appalto di servizi e di fornitura di beni e di servizi - con esclusione degli acquisti dei farmaci e di dispositivi medici), si osserva come, secondo la RT allegata alla legge di stabilità, l'importo di spesa soggetto al taglio sia inferiore (12,6 miliardi) a quello indicato dalla RT allegata al D.L. 95/2012 (15 miliardi al netto della spesa per dispositivi medici). Quest'ultima, inoltre, "tenuto conto della progressiva scadenza dei contratti in essere", a fronte di una riduzione della spesa del 5% indicava un profilo decrescente dei risparmi annui attesi (463 milioni nel 2013 e 393 milioni nel 2014).La RT allegata alla legge di stabilità indica, invece, un importo costante nel tempo e superiore a quello precedentemente quantificato (500 milioni annui a regime, con decorrenza 2013). Sul punto appare, pertanto, necessario un chiarimento da parte del Governo»

C'è poi il capitolo sui disposiotivi medici. In questo caso l'analisi rileva che l'ulteriore abbassamento del tetto di spesa unito alla riduzione del livello di finanziamento del Ssn «risulterebbe comportare una riduzione della spesa lievemente superiore a quella indicata nella relazione tecnica nel 2013 (circa 136 milioni rispetto ai 100 milioni della RT) e inferiore nel 2014 (476 milioni invece di 500 milioni)».

Per il finanziamento del Ssn il Servizio Bilancio sottolinea che «i risparmi attesi potranno essere conseguiti nella misura in cui le misure proposte esplichino pienamente i loro effetti. Tuttavia, dato il principio generale secondo cui le Regioni sono chiamate a coprire eventuali disavanzi sanitari tramite l'attivazione dei meccanismi automatici previsti dalla legislazione vigente e, se ne ricorrono gli estremi, a sottoscrivere i piani di rientro, la riduzione del livello del finanziamento del SSN a carico dello Stato dovrebbe determinare in ogni caso un miglioramento dei saldi di finanza pubblica. A fronte del minor finanziamento statale, infatti, le regioni, in alternativa ad un contenimento della spesa sanitaria, dovranno reperire le risorse necessarie attraverso l'attivazione di maggiori entrate ed eventualmente il contenimento della spesa non sanitaria. Dato il contesto macroeconomico non favorevole previsto nei documenti ufficiali, e da ultimo nella Nota di aggiornamento al Def 2012, andrebbe tuttavia valutata l'effettiva possibilità per gli enti territoriali di incrementare il gettito tramite aggravi di imposte di loro competenza. In caso contrario, infatti, potrebbe determinarsi un peggioramento dell'indebitamento netto della P.A».

Infine nulla da osservare sulla norma che prolunga l'impignorabilità delle somme destinate alle regioni sottoposte ai Piani di rientro dai deficit sanitari. La relazione tecnica - ricorda il Servizio Bilancio - afferma che dalla disposizione «non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, ma piuttosto, un efficientamento mediante una generale normalizzazione del sistema dei pagamenti, con conseguente riduzione delle correlate spese improprie. In particolare, la relazione tecnica precisa che la disposizione è volta a consentire alle regioni sottoposte a piano di rientro dai disavanzi sanitari e commissariate la conclusione delle operazioni di certificazione e pagamento dei debiti sanitari pregressi. La disposizione si rende necessaria al fine di garantire il completamento dei procedimenti citati di smaltimento dei debiti (funzionale alla definitiva normalizzazione dei sistema dei pagamenti), non compromesso, rallentato o addirittura impedito dalle azioni esecutive intraprese dai creditori delle aziende».

Questa la sintesi degli aspetti sanitari del Ddl messa a punto dal Servizio Studi della Camera:

Razionalizzazione e riduzione della spesa nel settore sanitario
L'articolo 6 prosegue gli interventi di contenimento della spesa sanitaria introdotti dall'articolo 17 del decreto-legge 98/2011 e successivamente precisati dall'articolo 15 del decreto- legge 95/2012 (c.d. Spending review).

Il comma 1 dispone la riduzione del 10 per cento, in luogo dell'originario 5 per cento, degli importi e delle connesse prestazioni dei contratti in essere di appalto di servizi e di fornitura di beni e di servizi, con esclusione degli acquisti dei farmaci e dei dispositivi medici, stipulati da enti ed aziende del Ssn. Viene inoltre rideterminato, in diminuzione, il tetto di spesa per l'acquisto di dispositivi medici.

Il comma 2, in considerazione dei risparmi di spesa ottenuti con le misure recate dal comma 1, riduce il livello del fabbisogno del SSN e del correlato finanziamento di 600 milioni di euro per l'anno 2013 e di 1.000 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014.

Il comma 3 proroga di un anno, dal 31 dicembre 2012 al 31 dicembre 2013, il divieto di azioni esecutive in danno degli enti sanitari delle regioni commissariate in disavanzo.