In Parlamento

Camera, commissione errori: Rc medica esosa, meglio un Fondo

«Le aziende sanitarie investono cifre sempre crescenti sulle coperture assicurative a fronte di indennizzi sempre più bassi: attualmente solo il 20-21% si avvale della copertura di un Fondo regionale mentre il restante 80% si affida alle polizze con difficoltà sempre crescenti, dovendo fare i conti anche con il rifiuto del rinnovo della copertura contrattuale da parte delle compagnie, determinato nel 50% dei casi dall'andamento negativo della polizza. Per questo è necessario che le Regioni sperimentino soluzioni alternative per dare risposte al problema della Rc medica».

Chi parla, è Antonio Palagiano (Idv), presidente della commissione d'Inchiesta della Camera sugli errori in campo sanitario che sta tirando le fila dell'Indagine sulla copertura assicurativa delle aziende sanitarie e ospedaliere avviata in agosto con l'invio di questionari a un campione di 169 aziende sanitarie, ospedaliere, universitarie e Irccs equamente distribuite sul territorio nazionale, i cui risultati sono presentati oggi alla Camera.

«La difficoltà del settore è documentata dai numeri che abbiamo raccolto» - spiega. «In un quinquennio i premi assicurativi annui versati dalle aziende sono aumentati in media del 35%, le richieste di risarcimento sono cresciute del 24%, mentre i risarcimenti hanno subìto una riduzione continua e le riserve sono quasi triplicate con un aumento del 195%». E in un pianeta malpractice punteggiato da «tante denunce e poche condanne» soprattutto in tempi di spending review - spiega ancora Palagiano - «è importante impegnare al meglio le risorse: prima tagliamo gli sprechi, poi semmai i servizi. Non il contrario». E tra le possibili forme di spreco su cui ragionare il parlamentare dell'Italia dei Valori inserisce di peso anche la gestione imperfetta delle polizze Rc che «ingigantisce l'insicurezza dei professionisti e si traduce in un ricorso alla medicina difensiva capace di determinare 14 miliardi l'anno di spese inappropriate».

E c'è poco da meravigliarsi visto che «a prevedere la copertura assicurativa dei sinistri derivanti da colpa grave dei dipendenti è solo il 26% delle aziende».

La soluzione alternativa - dice Palagiano - può essere rappresentata dalla scelta compiuta finora soltanto da quattro Regioni (Toscana, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Basilicata). «In una realtà in cui ancora molti rispondono che alla Asl si lavora senza assicurazione e in cui è possibile scoprire la presenza di clan della camorra che in questi anni ha vinto decine di gare presso le Asl di mezza Italia - conclude il presidente della commissione Errori - un modello che preveda la gestione interna alle aziende dei sinistri sotto un massimale prefissato e la copertura di un Fondo o di una polizza per i danni catastrofali può servire a dare la garanzia giusta sia ai medici che ai cittadini».