In Parlamento

Opg e staminali: via libera dell'Aula del Senato al decreto legge. Il testo passa alla Camera

Via libera all'unanimità dall'Aula del Senato al decreto legge in materia sanitaria che contiene la proroga al 1° aprile 2014 degli ospedali psichiatrici giudiziari e l'autorizzazione a proseguire i trattamenti già avviati con le staminali. La votazione è avvenuta per alzata di mano. In mattinata c'era stata la discussione generale, nel pomeriggio le repliche del relatore, Filippo Bubbico (Pd), e del Governo. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera.

Quattro gli emendamenti approvati ieri sera all'unanimità dalla commissione speciale di Palazzo Madama (leggi il testo modificato ). Per gli Opg sono stati rafforzati gli obblighi per le Asl di provvedere alla dimissione degli attuali internati all'interno di progetti personalizzati. Sulle staminali, invece, si è deciso di autorizzare l'ulteriore accesso alle terapie per 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge e soltanto nell'ambito di sperimentazioni cliniche presso strutture pubbliche.

Mentre il "padre" del metodo Stamina, Davide Vannoni, elogia il decreto «di grande civiltà e di buon senso», le critiche all'Italia non smettono di piovere. Dopo gli esperti europei del consorzio Eurostemcell, oggi è stata la volta della Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali (Isscr), presieduta dal Nobel Shinya Yamanaka. «Non c'è nemmeno un'evidenza stringente che queste cellule diano benefici ai pazienti con malattie neurologiche. L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) aveva in precedenza negato questo trattamento». «Non è chiaramente affermato nella letteratura scientifica - aggiungono gli esperti - che le cellule staminali mesenchimali abbiano alcuna efficacia nel migliorare le condizioni neurologiche». Di più: «Le promesse legate alle cellule staminali hanno ingenerato confusione nei pazienti che si trovano ad affrontare malattie incurabili» ma «sono necessari anni di ricerche in
laboratorio seguiti da rigorose sperimentazioni cliniche prima di rendere disponibili per i pazienti terapie sicure ed efficaci».

Lo stesso Yamanaka si dice «vicino ai pazienti con malattie incurabili, ma ci sono poche ragioni obiettive per ritenere che questi pazienti possano beneficiare delle terapie basate sulle cellule staminali mesenchimali e le
decisioni relative ai trattamenti non dovrebbero uscire al di fuori dagli studi clinici controllati senza dati su sicurezza ed efficacia».

La replica del ministero della Salute guidato da Renato Balduzzi non si è fatta attendere: «Si precisa che il Governo italiano non ha autorizzato alcuna terapia non provata a base di staminali. Il decreto del 25 marzo 2013 ha solo concesso in via eccezionale la prosecuzione di trattamenti non conformi alla normativa vigente per i pazienti per i quali erano stati già avviati alla data di entrata in vigore del decreto, la maggior parte dei quali in applicazione di sentenze della magistratura, e ha contemporaneamente imposto uno stretto monitoraggio clinico dei casi in questione. Il testo della legge di conversione del decreto prevede che l'ulteriore utilizzazione dei medicinali a base di cellule staminali mesenchimali, già impiegati nei mesi scorsi in difformità alle disposizioni vigenti, possa avvenire per un periodo massimo di 18 mesi unicamente nell'ambito di sperimentazioni cliniche controllate, effettuate presso strutture pubbliche che rispettino le normative vigenti».