In Parlamento

Aborto: la Camera approva sette mozioni per garantire l'attuazione della legge 194

di Manuela Perrone

Garantire la piena applicazione della legge 194 sull'intero territorio nazionale, attivarsi perché l'aborto farmacologico sia assicurato come opzione a tutte le donne, promuovere un monitoraggio dell'attuazione della normativa in tutte le Regioni per avere dati certi e affidabili, ridare centralità ai consultori familiari. A 35 anni dall'approvazione della legge sull'interruzione volontaria di gravidanza - il cui bilancio, secondo gli esperti dell'Istituto superiore di sanità, è più che positivo - l'Aula della Camera ieri sera ha approvato sette mozioni che impegnano il Governo a difendere l'applicazione della legge nonostante il dilagare dell'obiezione di coscienza tra gli operatori (quasi il 70% dei ginecologi, con percentuali che sfiorano il 100% in alcuni ospedali).

Il tema ha come al solito scaldato gli animi, con Scelta Civica che si è spaccata presentando due mozioni, entrambe "benedette" dall'Esecutivo: la prima, a firma Irene Tinagli e centrata sulla tutela del funzionamento del servizio Ivg, ha avuto il via libera della Camera; la seconda, a tutela del diritto all'obiezione «senza alcuna discriminazione di obiettori e non obiettori», proposta da Paola Binetti, è stata bocciata.

La doppia mozione è stata «un errore politico», ha commentato Federico Adornato, convinto che una sintesi tra le due posizioni fosse non solo possibile ma doverosa: «Nessuna delle due mozioni mette in discussione la legge 194». Mentre averne proposte due ripropone «una guerra laici-cattolici che si colloca alla retroguardia di una moderna formazione politica». Diverso il giudizio del sottosegretario Ilaria Borletti: «Scelta Civica fin dall'inizio ha garantito sui temi sensibili libertà di coscienza. Piuttosto che sintesi forzate e spesso fasulle mi pare più corretto che si accettino e rispettino le diverse posizioni che sono emerse su questo delicato tema».

In ogni caso la Camera ha scelto di privilegiare la strada della difesa dell'applicazione della 194, affinché il ricorso sempre più massiccio all'obiezione non pregiudichi il diritto delle donne ad accedere ai servizi per l'interruzione di gravidanza. «La maggioranza del Parlamento - ha detto Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali - ha confermato che la 194 è un diritto acquisito e così la sua piena applicazione, riconoscendo sia la possibilità dell'obiezione di coscienza sia il diritto delle donne di avere accesso alle strutture sanitarie e alla Ivg».