In Parlamento

Il nuovo Isee al vaglio del Parlamento

di Barbara Gobbi

Il tempo stringe: perché il nuovo Isee sia operativo a partire dal 1° gennaio 2014 - così da evitare lo slittamento al gennaio successivo, visto il «carattere rigidamente annuale delle previsioni e delle prestazioni regolate» - il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini ne sollecita l'esame «urgente» in sede di commissioni competenti di Camera e Senato. Tanto più, rileva ancora Franceschini nella lettera al presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso con cui trasmette lo schema di Dpcm, che «anche a seguito della pubblicazione del provvedimento in parola, la relativa disciplina non sarà immediatamente operativa, essendo richiesti ulteriori adempimenti della prevedibile durata di circa 4 mesi».

Dopo un iter lungo, partecipato e complesso, approdato il 13 giugno scorso al via libera in Conferenza unificata, il testo che riordina la disciplina per l'accesso alle prestazioni socio-sanitarie sulla base delle condizioni familiari e del reddito potrebbe dunque conoscere un'accelerazione. La prossima settimana, dopo la trasmissione alla presidenza del Senato il 9 luglio, comincerà l'esame in sede consultiva nelle commissioni riunite Finanze e tesoro e Lavoro e previdenza sociale (scadenza 31 luglio 2013); e in sede di osservazioni nelle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio (scadenza termine 25 luglio 2013). A Montecitorio il Dpcm andrà al vaglio delle commissioni Finanze, Affari Sociali (termine: 31 luglio 2013) e Bilancio (termine: 21 luglio 2013).

«Ma anche in quelle sedi - ha spiegato nei giorni scorsi il vice ministro al Lavoro e alle Politiche sociali Maria Cecilia Guerra - il riordino sarà passibile di ulteriori modifiche. A chiederle sono innanzitutto le associazioni dei disabili (in testa Fish e Fand), che chiedono di eliminare dal calcolo del reddito le indennità di accompagnamento, considerati emolumenti essenziali ad acquisire servizi che altrimenti non sarebbero corrisposti.

Allegati al provvedimento trasmesso al Senato, i pareri dell'Agenzia delle entrate e del Garante per la privacy, il via libera della Conferenza unificata e i due successivi pareri emessi dal Consiglio di Stato, in cui si esprime «un giudizio sostanziale positivo sulle modifiche introdotte».