In Parlamento

Isee, l'avallo della Fish sul testo ai pareri delle commissioni

Il Dpcm che rivede l'Isee, l'Indicatore sulla situazione economica equivalente in questi giorni al parere delle commissioni parlamentari competenti , incassa il placet della Fish. Malgrado la Federazione italiana per il superamento dell'handicap non abbia fatto mancare la propria posizione critica durante il lungo percorso partecipato che ha portato al nuovo testo messo a punto dai tecnici del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in fase conclusiva dell'iter il presidente Fish Pietro Barbieri dà il suo appoggio ai nuovi criteri per l'accesso alle prestazioni socio-sanitarie.

«L'Isee va approvato quale livello essenziale di assistenza. Ce n'è necessità oggi per frenare le profonde disparità territoriali in tema di assistenza e per eliminare le storture dell'Isee vigente. Elementi da correggere ce ne sono, ma da qui ad alimentare convinzioni catastrofiste ce ne passa», spiega Barbieri a margine della discussione in sede parlamentare. Per poi passare al nocciolo della questione, il computo dell'assegno di invalidità nella stima del reddito: «Chi ha dovuto elaborare il decreto si è trovato a gestire un paradosso stabilito dal Parlamento nella legislatura precedente: dover considerare nell'indicatore reddituale anche le prestazioni assistenziali. E' anche grazie alla Fish se tale contraddizione, nella versione più recente, è stata neutralizzata con franchigie e con la possibilità di detrarre, ad esempio, tutte le spese assistenziali sostenute in caso di gravi disabilità».

«Si può fare di più - è la conclusione - ma per onestà bisogna ammettere che per la prima volta è stato riconosciuto che la disabilità produce costi e impoverimento per i nuclei familiari. Si può fare di meglio ma su questo è necessario un impegno del Parlamento per correggere la forma originaria. E già che c'è aiutarci a ripensare nella loro interezza le politiche per la disabilità e a garantirne le risorse».

Chiede maggiore chiarezza il coordinatore nazionale del Tdm-Cittadinanzattiva Tonino Aceti, affinché l'indicatore «sia davvero un livello essenziale, quindi uno strumento unico e da applicarsi in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, al fine di garantire equità di accesso al sistema da parte dei cittadini». Nell'ultima formulazione del Dpcm approdata alle commissioni Affari sociali e Bilancio all'art. 2 comma 1 viene confermato che l'Isee è un "livello essenziale", ma al contempo - spiegano ancora da Cittadinanzattiva - si afferma che «sono fatte salve le competenze regionali in materia di normazione, programmazione e gestione delle politiche sociali e socio-sanitarie, ferme restando le prerogative dei Comuni» e ancora «gli enti erogatori possono prevedere, accanto all'Isee, criteri ulteriori di selezione volti ad identificare specifiche platee di beneficiari, tenuto conto delle disposizioni regionali in materia e delle attribuzioni regionali specificamente dettate in tema di servizi sociali e sociosanitari. Chiediamo una riformulazione del comma, perché così come costruito rischia nei fatti di continuare a mantenere le attuali disomogeneità da Regione a Regione e di vanificare l'obiettivo principale della disposizione e cioè quello di rendere concretamente l'Isee un "livello essenziale sul territorio nazionale», afferma Aceti.
Altro aspetto della bozza di decreto «molto preoccupante», secondo Aceti (in linea con la posizione Fish) è l'ampliamento rispetto all'elencazione di ciò che debba rientrare nella componente reddituale. Su questo punto la richiesta al Parlamento e a tutte le forze politiche è per «un immediato passo indietro: non possiamo accettare che indennità come quelle d'invalidità civile e accompagnamento possano essere considerate vere e proprie fonti di reddito».