In Parlamento

Decreto Ilva, ripresa la discussione in Aula dopo la bagarre scatenata da M5S

Dopo la bagarre in Senato scatenata dalla protesta del Movimento cinque stelle, che si è spinta fino a strappare e lanciare il regolamento, è ripresa la discussione del decreto Ilva all'esame dell'Aula, introdotto questa mattina dal relatore Salvatore Tomaselli (Pd). Subito bocciate le questioni sospensive e pregiudiziali presentate dall'opposizione. Ma sul provvedimento, che é blindato nelle intenzioni di Governo e maggioranza intenzionate ad approvarlo al massimo entro domani, pesa comunque l'ostruzionismo di M5S.

La contestazione da parte di M5S e Sel origina tra l'altro dal via libera senza modifiche rispetto al testo licenziato dalla Camera da parte delle commissioni Industria e Ambiente del Senato. «Nell'aula del Senato é iniziato l'ostruzionismo da parte del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle per cercare di rallentare e bloccare la conversione del decreto legge sul'Ilva», comunica una nota dell'ufficio stampa M5S di palazzo Madama. Che prosegue: «La scorsa settimana il Movimento 5 Stelle aveva denunciato l'atteggiamento anti-parlamentare del governo che ha "blindato" il decreto Ilva imponendo il ritiro di tutti gli emendamenti da parte della maggioranza». «Con il decreto Ilva il Commissario
opera in deroga e l'eventuale azione giudiziaria viene disinnescata - spiega ancora la nota M5S - Questo provvedimento apre il varco ad analoghi deleteri comportamenti in tutti gli impianti industriali, obsoleti e inquinanti, presenti in Italia. Per il Movimento 5 Stelle é necessario un contrappeso ai poteri quasi assoluti del Commissario. Questi potrebbero
essere rappresentati dal collegio dei custodi giudiziari oltre che dalle associazioni di cittadini», concldue la nota.

Intanto, la Commissione Europea ha ricevuto ieri dalle autorità italiane «un voluminoso pacchetto di risposte cariche di aspetti tecnici» ai quesiti sollevati a metà luglio dall'Esecutivo Ue sul rispetto da parte dell'Ilva
di Taranto delle norme europee sull'ambiente e la sanità. Ma «non ci saranno sviluppi prima di settembre, almeno,» ha commentato Joseph
Hennon, portavoce del commissario Ue all'ambiente Janez Potocnik. Bruxelles in particolare aveva chiesto all'Italia chiarimenti «sull'applicazione della direttiva europea sulla prevenzione e il controllo dell'inquinamento (Ippc), sulla gestione dei rifiuti e delle acque di scarico prodotte dall'Ilva e sulla possibile violazione del diritto alla vita
sancito dalla Carta europea dei diritti fondamentali».