In Parlamento

Decreto legge sulla Pa: il capitolo sui precari è da riscrivere secondo la commissione Lavoro del Senato

Il parere sarebbe favorevole, ma le modifiche da adottare perché lo sia davvero sono tante da essere in realtà una bocciatura quella della commissione Lavoro del Senato nel parere approvato all'unanimità sul decreto sulla Pa(S. 1015) . Bocciatura concentrata sul tema fondamentale per il Ssn: i precari.

Le condizioni della commissione, anche se non vincolanti, sono tante. E pesanti. E la commissione premette di ritenerle necessarie per evitare che le nuove norme possano avere l'effetto di:

a) favorire il ripetersi o protrarsi di comportamenti scorretti da parte del vertici politici o amministrativi e del management pubblico nella gestione del personale e in particolare dei reclutamenti con contratto a termine;

b) affievolire il principio costituzionale dell'accesso alla funzione pubblica mediante concorso aperto a tutte le persone dotate dei requisiti necessari e potenzialmente interessate;

c) depotenziare la norma in materia di mobilità del personale, in seno al settore pubblico, tra uffici in situazione di overstaffing e uffici in situazione di carenza di organici;

d) derogare al principio programmatico della spending review e in particolare alla regola della eliminazione di qualsiasi voce di spesa corrente che non sia strettamente e congruamente correlata con una esigenza pubblica essenziale, nei casi in cui l'immissione in ruolo di nuovo personale avvenga su posizioni che potrebbero essere altrimenti coperte mediante trasferimento da altri uffici della stessa amministrazione, oppure mediante trasferimento a norma dell'art. 33 T.U. da altre amministrazioni.

La commissione, tra le modifiche chieste, prefersice il punteggio aggiuntivo per i precari anziché concorsi riservati, perché è più conforme alla Costituzione, «soprattutto in questo momento di particolare difficoltà per le nuove coorti di giovani che ogni anno si affacciano sul mercato del lavoro. In relazione alla scadenza di molti contratti nella data prossima del 31 dicembre, si deve adottare comunque la modalità concorsuale più veloce, e quindi coerente con questa stessa scadenza».

Da correggere poi sono le disposizioni – in particolare quelle sulla stabilizzazione dei titolari di contratti a termine – che consentono immissioni in ruolo in situazioni nelle quali una scopertura di organico potrebbe essere invece risolta con la mobilità di personale già in ruolo, proveniente da uffici dove si registrano eccedenze. Quindi la procedura indicata dovrebbe essere: l'autorizzazione a nuove assunzioni in ruolo avviene con procedure concorsuali, preceduta, oltre che dalla verifica sulla possibilità di coprire le carenze di organico con la mobilità, anche da bandi per la mobilità volontaria.

La commissione sottolinea anche il disallineamento dell'impiego pubblico rispetto al settore privato per quanto riguarda la data terminale (31 dicembre 2015 invece che 31 dicembre 2014) «entro la quale vengono "salvaguardati" i lavoratori prossimi al pensionamento, garantendo loro l'applicazione della disciplina vigente al 31 dicembre 2011» e chiede di valutare la diversa opzione di estensione anche al settore dell'impiego pubblico dell'applicazione delle previsioni pensionistiche contenute all'articolo 24 del decreto legge «Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici» (201/2013) che riguarda le eccezioni alla norma previdenziale per i dipendenti del settore privato .

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