In parlamento

Gli incroci pericolosi di Matteo

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

L'ultimo arrivato è stato ieri il decreto contro l'emergenza-casa sbarcato in Gazzetta a due settimane dal varo in Consiglio dei ministri. Il prossimo, lunedì, sarà la riforma del Senato con annesso titolo V e addio al Cnel. Solo due tasselli del delicato puzzle del Renzi-pensiero. Che lascerà il premier e la sua squadra almeno per altri 120 giorni col fiato sospeso.

Come viaggiare la notte in autostrada a fari (quasi) spenti o pretendere di correre a 100 all'ora in centro nell'ora di punta. Per la road map della cura shock di Renzi, il bello (o il brutto, dipende) arriva adesso. Con una torrida primavera e un'estate ancora sulle spine. Nel più classico degli ingorghi parlamentari, dove ogni mossa, ogni passo, ogni virgola, andranno calibrati e soppesati, anche verso quella minoranza Pd che storce il naso, in una elefantiasi parlamentare che non gode ancora del Senato dimezzato. Insomma, per il premier e per colei che dovrà dirigere il traffico alla Camere e al Senato, Maria Elena Boschi, inizia davvero l'avventura.

Basta dare uno sguardo alla matassa di leggi e misure in itinere, di quelle già sbarcate in Parlamento e di quelle solo promesse che vi devono arrivare, per capire la delicatezza del compito che attende il «Renzi 1» in questi mesi. Ma già da subito. Con quella matassa di almeno 13 provvedimenti destinati a incrociarsi, sommarsi, rallentarsi a vicenda per farsi largo nei calendari. Tanto che a palazzo Chigi si dà per scontata la necessità di dover ricorrere spesso alla fiducia, invocando anche il dovere di dare segnali all'Europa e ai mercati.

Il decreto lavoro è appena agli inizi del suo cammino alla Camera, dove dovrà fare tappa in aula dal 14 aprile. Ma in Parlamento non è ancora arrivato l'altro pezzo del Job act, venti giorni dopo ancora in attesa della firma del capo dello Stato. Un Ddl fin qui quasi desaparecido, come la soluzione (altro Ddl) ai debiti della Pa che Renzi ha promesso di onorare entro il 21 settembre, proprio per san Matteo. Provvedimenti che navigheranno nel rimpallo tra le Camere, con tempi di risposta parlamentare del tutto imprevedibili. Anche perché intanto a Pasqua qualche giorno di lavoro si perderà, e altro tempo prezioso inevitabilmente le Camere lasceranno in vista dell'election day di fine maggio tra europee e amministrative, su cui Renzi conta tanto per rafforzarsi.

Ma non solo, è chiaro. Perché intanto in campo ci sono già 5 decreti legge: finanza locale, vigilanza di Bankitalia, farmaci, oltre a quelli su lavoro e casa. E poi per maggio dovrà essere onorata con gli italiani la cambiale dei famosi 80 euro (netti) in busta paga, per non dire della manovra taglia cuneo. Altro decreto legge, altra corsa, altri esami da superare. Col Def che intanto incalza e la manovra per il prossimo anno – anche a non ammettere una manovrina di aggiustamento dei conti per il 2014 – che a quel punto dovrà essere in qualche modo già in cottura. Il tutto mentre la spending review dovrà prendere forma non solo virtuale o episodica, come i tagli annunciati ieri agli stipendi dei supermanager pubblici.

Che nel traffico impazzito delle Camere si possa rischiare in ogni momento di sbandare, o anche solo di scivolare, è forse stato messo in conto. Un conto che però non può prescindere – altra ragione di ingorgo parlamentare – da altri tre asset decisivi per il premier: oltre alllo stop alle Province ormai vicinissimo, soprattutto le riforme istituzionali e la legge elettorale post Consulta. Sono entrambe al Senato, che rischia così di caricarsi di troppi impegni. Tutto d'un fiato, tutto di corsa. E del resto va di fretta Renzi, chissà se troppo per un Parlamento abituato a fare le leggi in anni e anni. O a non farle mai. Ma Renzi vuole fare tredici.