In parlamento

Assenze malattia: Inps unico titolare dei controlli e graduatorie nazionali per i medici fiscali. I risultati dell'inchiesta della Affari sociali

L'Inps deve diventare titolare dei controlli delle visite fiscali per quanto riguarda il privato e anche il pubblico. Il ricorso al medico fiscale deve essere effettuato in base a graduatorie nazionali che rispettino la normativa che prevede l'obbligo di attingere da liste speciali a esaurimento. L'estensione delle liste ai medici delle Asl deve avvenire successivamente, quando l'Inps avrà piene competenze sul privato e sul pubblico rispettando i requisiti previsti dalla legge 125 del 2013(il decreto "precari" che detta «obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni»).

Sono queste in estrema sintesi le conclusioni a cui è giunta l'indagine conoscitiva della commissione Affari sociali della Camera sull'organizzazione dell'attività dei medici che svolgono gli accertamenti sanitari per verificare lo stato di salute del dipendente assente per malattia.

Le conclusioni della commissione
Secondo la commissione «i tempi sembrano ormai maturi per l'individuazione di un solo soggetto cui affidare lo svolgimento della funzione di controllo in merito alle assenze per motivi di salute, da individuarsi necessariamente nell'Inps. Tale scelta richiede alcune modifiche della normativa vigente che andranno meglio precisate con appositi atti».

Il costo del servizio Inps nel settore del pubblico impiego potrebbe essere ammortizzato con le cifre già ora stanziate per lo stesso scopo. E si potrebbe valutare un budget annuo complessivo, in grado di coprire una quota predefinita di visite di controllo per la Pa, lasciando a ogni amministrazione la possibilità di integrarlo se dovessero servire un numero maggiore di controlli, evitando che «ragioni di risparmio immediato con conseguente riduzione del numero dei controlli lasci trasparire l'idea di un rallentamento della lotta all'assenteismo».

L'Inps comunque deve rispondere subito - sottolinea la commssione - ai problemi sollevati dai medici fiscali e dare subito piena attuazione a quanto previsto dalla legge .

E la commissione fa anche un'osservazione: vista la complessità nella raccolta dei dati necessari all'indagine è il caso «che essi siano sistematicamente e annualmente raccolti, in modo che il bilancio sociale dell'Inps ne dia utilmente conto e garantendo al tempo stesso che l'evolversi della situazione sia tenuta sotto stretto controllo pubblico, consentendo le scelte organizzative conseguenti».

Poi, tra le richieste operative condivise dalla commissione, c'è anche quella di chiarezza sulle condizioni contrattuali, con un regime di incompatibilità omogeneamente applicato che escluda la possibile sovrapposizione del ruolo di certificatore e di verificatore dello stesso stato di malattia che vanno invece rigorosamente tenuti distinti.

E' condivisibile che il ricorso al medico fiscale sia effettuato in base a graduatorie nazionali che rispettino la normativa che prevede l'obbligo di attingere a liste speciali ad esaurimento nelle quali vanno inseriti anche i medici che svolgono analoga attività presso le Asl.

Ed è utile secondo la commissione il percorso di fidelizzazione del personale sanitario verificando ad esempio la possibilità che siano chiamati a partecipare alle commissioni per certificazioni di invalidità e l'esclusione dalle liste di chi è già in quiescenza.

Le ragioni dell'indagine
L'indagine è stata avviata dopo che le disposizioni sulla riduzione della spesa pubblica hanno imposto all'Iinps risparmi non inferiori a 300 milioni di euro annui e da maggio 2013 l'Istituto ha ridotto drasticamente, e poi, dal 1° ottobre dello stesso anno, di fatto interrotto, le visite mediche di controllo domiciliare disposte d'ufficio, lasciando operative solo quelle richieste dai datori di lavoro.

La conseguenza immediata è stata la riduzione del carico di lavoro dei medici iscritti nelle liste speciali, che, retribuiti con un contratto atipico a prestazione e vincolati da incompatibilità, hanno visto ridurre i propri compensi in maniera improvvisa, senza alcuna certezza per il futuro (in alcuni casi i compensi mensili sono scesi a circa 400 euro).

I tagli hanno comportato il passaggio da un budget preventivo per il 2013 dell'Inps di circa 50 milioni a uno aggiornato di 22,3 milioni. Il budget disponibile al 29 maggio 2013 era quindi di 4,2 milioni, perché dal 1° gennaio 2013 erano già state assegnate d'ufficio visite mediche di controllo per una spesa di 18,1 milioni. E per questo i medici iscritti nelle liste dell'Istituto hanno registrato una forte diminuzione del numero di visite assegnate: da circa 78.700 visite mediche d'ufficio effettuate mensilmente nel 2012 a circa 10.000 visite mensili disposte per luglio e agosto 2013, ulteriormente ridotte a 5.000 visite a settembre.

I punti chiave identificati con le audizioni
Dopo una fitta serie di audizioni svolte partire a febbraio e conlcuse ad aprile, di cui il documento concluisivo dell'indagine conoscitiva dà conto, la commissione ha focalizzato una serie di punti chiave:

- è ancora valida la previsione della copertura assicurativa dei giorni in cui si è assenti dal lavoro per malattia o infortunio per i lavoratori dipendenti, posta a carico dell'Inps per i lavoratori del settore privato e a carico dei singoli enti pubblici per il settore del pubblico impiego;

- è sempre utile un sistema di controlli che contrasti il fenomeno dell'assenteismo e assicuri un corretto uso delle risorse pubbliche, oltre a rispondere alle esigenze dei datori di lavoro in merito ai controlli sulla salute dei propri dipendenti, esigenze che lo Statuto dei lavoratori riconosce, ma dispone siano effettuate solo attraverso i servizi ispettivi degli enti previdenziali;

- l'educazione al corretto utilizzo dell'istituto dell'assenza per motivi di salute, supportata da un'attività appropriata della medicina di controllo, che consenta di riconoscere e dissuadere eventuali abusi, rappresenta in il vero presidio di garanzia dei diritti del cittadino costretto ad assentarsi dal lavoro per reali e comprovate esigenze di salute.;

- un doppio e diverso regime tra lavoratori del settore pubblico e del settore privato non sembra trovare più giustificazione, ma va pensata l'unificazione degli enti previdenziali e armonizzata e uniformata anche la disciplina che regola i controlli sulle assenze per malattia;

- con l'invio telematico all'Inps dei certificati per malattia si è già imboccata la strada dell'Inps come unico ente di vigilanza e non è più giustificabile che restino alle Asl funzioni di accertamento dello stato di salute dei dipendenti assenti per malattia, anche perché le Regioni hanno esplicitamente dichiarato che in una situazione di criticità finanziaria, è impossibile aumentare la spesa per prestazioni «non finalizzate alla tutela della salute, quali quelle relative alle certificazioni delle assenze per malattia, che infatti non rientrano nei Lea»;

- oggi l'Inps utilizza per i controlli personale con contratti libero-professionali pagato sostanzialmente a prestazione e in regime di incompatibilità più o meno totale con altri incarichi e i tagli di spesa della spending review hanno «reso drammatica» la situazione di molti medici che hanno svolto per molti anni in modo prevalente o addirittura esclusivo questo tipo di attività professionale, regolata in via amministrativa in modo non uniforme sul territorio nazionale e attraverso un contratto difficilmente riconducibile al rapporto di lavoro dipendente ma atipico sia rispetto alla categoria dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa che rispetto al lavoro autonomo e, in particolare, all'esercizio delle professioni intellettuali;

- la riorganizzazione dell'attività di medicina fiscale può andare nella direzione di ridefinire i caratteri della collaborazione, secondo canoni di stabilità rivendicati dai medici fiscali, nei limiti del rispetto costituzionale del concorso pubblico e della normativa vigente in tema di reclutamento nella Pa.


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