In parlamento

Decreto Irpef, il testo emendato al Senato: cade l'obbligo del taglio del 5% sui nuovi contratti per beni e servizi

Cade il vincolo previsto nel decreto Irpef al capitolo dei beni e servizi per le pubbliche amministrazioni di adeguare tutti i nuovi contratti con i fornitori, stipulati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto, al prezzo ridotto del 5% di quelli già in essere ottenuto con la possibilità di rinegoziare i contratti.

Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato ieri un emendamento dei relatori (Antonio D'Alì, Ncd, per la V commissione e Maria Cecilia Guerra, Pd, per la VI) che cancella la lettera b) del comma 8 dell'articolo 8 del decreto in cui si diceva che le pubbliche amministrazioni sono «tenute ad assicurare che gli importi e i prezzi dei contratti aventi ad oggetto acquisto o fornitura di beni e servizi stipulati successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto non siano superiori a quelli derivati, o derivabili, dalle riduzioni di cui alla lettera a) (con la ridzione del 5%, ndr), e comunque non siano superiori ai prezzi di riferimento, ove esistenti, o ai prezzi dei beni e servizi previsti nelle convenzioni quadro stipulate da Consip S.p.A, ai sensi dell'articolo 26 della legge 23 dicembre 1999, n. 488».

Si allarga invece la platea dei "vecchi" contratti che possono essere sottoposti al taglio del 5%, con l'aggiunta a questi, grazie all'approvazione di un emendamento del Governo, di «quelli relativi a procedure di affidamento per cui sia già intervenuta l'aggiudicazione, anche provvisoria».