In parlamento

LA SETTIMANA PARLAMENTARE/ Parte la manovra 2015 e tutte le leggi si fermano (anche il Jobs act). Sanità a bocca asciutta

di Roberto Turno

Tutti in piedi, entra la Stabilità 2015. Inizia ufficialmente da lunedì alla Camera la sessione di bilancio e, con l'ingresso della manovra, la madre di tutte le leggi, pressochè tutte le altre leggi in cantiere tornano nei cassetti. Almeno a Montecitorio, perfino il Jobs act e le riforme istituzionali. Per tutto novembre. Gli spazi saranno riservati solo ai decreti legge, anche se sono appena due quelli in vigore. E di peso: la riforma della giustzia civile (alla Camera) e lo "sblocca cantieri-sblocca Italia" (al Senato), che tra l'altro sono a un filo della decadenza: martedì 11. E la sanità resta a bocca asciutta.

Il sospeso di Matteo Renzi. La manovra 2015, insomma, catalizzerà inevitabilmente i lavori parlamentari. Ma non per questo potrà mettere dietro la lavagna un dibattito politico acceso anche tra i dem, e un confronto tra il Governo e i sindacati che giorno dopo giorno sale di tono. Come dire che, tra un occhio ai conti e uno all'arena della politica e dello scontro sociale, per Renzi si conferma la previsione di un autunno di fuoco. Senza scordare che a palazzo Chigi deve ancora mantenere parecchie, forse troppe, promesse: gli altri Dddl sulla giustzia (sono 5, varati dal Cdm ma mai approdati in Parlamento), la cosiddetta "buona scuola". Per non dire di tutti i tasselli della legge delega fiscale ancora da applicare dopo il 730 (dichiarazione dei redditi) precompilato benedetto giovedì dal Consiglio dei ministri. E una legge che fa tremare parecchie corporazioni e mille interessi: la legge annuale sulla concorrenza.

Manovra a ostacoli. Il cammino della manovra non si annuncia del tutto in discesa. E i tempi di esame alla Camera saranno strettissimi, lasciando già prefigurare almeno due voti di fiducia (a Montecitorio e poi a palazzo Madama) e poi un passaggio ancora più rapido al Senato, con il rischio di una terza lettura alla Camera. Come dire che tutto, se andrà bene, finirà sotto Natale. Come sempre. Questa settimana intanto scattano le audizioni delle commissioni Bilancio, a partire da lunedì con Bankitalia, Istat, Corte dei conti e Confindustria. A meno di slittamenti per il possibile voto di fiducia sul decreto di riforma della giustizia civile. In ogni caso le altre commissioni devono dare il loro parere entro giovedì 6. Poi dopo il voto della manovra in commissione Bilancio il tedsto approderà in aula a Montecitorio lunedì 24.

Decreti in bilico, Jobs act in pausa. Sui decreti legge il Parlamento continuerà a lavorare. La Camera vota il decreto sulla giustizia civile, il Senato quello "sblocca Italia". E saranno due possibili voti di fiducia, poicé entrambi scadono martedì 11 novembre.
Fermi invece i "semplici" disegni di legge. Anche il Jobs act (che tra l'altro è in Parlamento da 214 giorni), sul quale la commissione Lavoro proseguirà soltanto con la discussione generale. Una chance in più – forse – per trovare un'intesa anche tra i dem sul tema che sta spaccando il partito.

Sanità, tutto fermo. E anche la sanità resta a bocca asciutta, Niente in aula. Niente in commissione Affari sociali alla Camera, che si occuperà "soltanto" della manovra, per il parere da rendere il il 6 novembre. Mentre al Senato la commissione Igiene e sanità darà il parere (per quel che serve) sul "salva Italia", avvierà l'esame degli atti preparatori della Comunitaria 2014, con particolare riferimento per l'Agenzia europea dei medicinali e, forse, esaminerà il documento conclusivo dell'indagine sul "caso Stamina". Che boccerà.