In parlamento

Ddl Concorrenza: la fascia C con ricetta resta in farmacia. Via libera alle società di capitale

di Lucilla Vazza

Da Montecitorio nessuno scossone sul ddl concorrenza per quanto riguarda le liberalizzazioni dei farmaci di fascia C con ricetta. L’aula ha infatti respinto l’emendamento di Sel all'articolo 32 che ne avrebbero permesso la vendita anche nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione. Resta però l’apertura alle grandi società di capitale (estere per lo più) che potranno comprare le farmacie, come già avviene per esempio in Gran Bretagna e Stati Uniti. Il voto conclusivo dell'aula della Camera al ddl concorrenza è atteso per domani.

Farmacie rurali
Votato, come previsto l’emendamento sulle farmacie dei piccoli comuni (con meno di 6.600 abitanti) che risultano ormai in sovrannumero rispetto alla popolazione potranno chiedere il trasferimento in un altro comune della stessa regione. D’ora in poi per perfezionare il trasferimento della farmacia bisognerà pagare una tassa governativa una tantum pari a 5mila euro. Approvato l'intero articolo 32 sulla maggior concorrenza nella distribuzione dei farmaci.

La delusione di Bersani
Deluso il padre delle lenzuolate, Pierluigi Bersani (Pd), «Sulla vendita dei farmaci il ddl concorrenza va in direzione contraria rispetto a quanto abbiamo fatto in passato». E spiega: «Non è certo un bel segnale per i giovani farmacisti, che restano gli unici professionisti a non poter esercitare la professione in regime privatistico. Lo può fare un dentista, un avvocato: ma un farmacista no. E non si capisce perché: ha la laurea, ha superato l'esame di stato. Ma per esercitare la professione o diventa titolare di farmacia, oppure dipendente».

M5S: «Concorrenza squilibrata»
Lo stop alla vendita nei corner per il Movimento Cinque Stelle è una decisione «assurda ma perfettamente motivabile», e accusa «le pressioni e connivenze tra la potente lobby del farmaco». Inoltre, nello stesso ddl è prevista la possibilità per società di capitali di acquistare farmacie: «La conseguenza - per M5S- sarà un mercato dal regime concorrenziale totalmente squilibrato e a rischio di cannibalizzazione. Questa sera c’è chi brinderà a un'operazione che fa solo il bene di alcuni, ma non dei farmacisti nel loro complesso e dei cittadini».

Conad: «Regalo alle lobby»
Delusione anche sul fronte grande distribuzione con la Conad che polemizza: «Il “no” alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C è un decisione presa contro i cittadini», perché si butta via la possibilità di «risparmiare tra i 500 e gli 800 milioni di euro l’anno» e « ancora una volta, si è preferito tutelare le lobby che, forti di posizioni acquisite quanto irrinunciabili, hanno interessi che non sono certi quelli dello sviluppo e della crescita del Paese».

Il plauso di Federfarma
Ovviamente positivo il parere di Federfarma: «La Camera ha riconosciuto il valore sociale e sanitario della farmacia e la necessità di far prevalere la tutela della salute dei cittadini, salvaguardandone la capillarità e proseguendo il percorso verso un piu' organico inserimento della farmacia nel sistema sanitario nazionale».


© RIPRODUZIONE RISERVATA