In parlamento

Stabilità, Confindustria: «Criticità su risorse, a rischio la filiera salute». Assobiomedica: «Attenzione a centralizzazioni spinte, col ribasso in bilico qualità Ssn»

La legge di stabilità va «confermata nel suo impianto», ma «presenta a nostro avviso alcune criticità nel reperimento delle risorse». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. «Confindustria continua a ritenere una priorità del Paese l'adozione di una vera spending review in grado non solo di ridurre la spesa pubblica ma, soprattutto, di favorire una maggiore qualità ed efficienza della stessa». Il Ddl sulla legge di stabilità «prevede una serie di tagli - ha sottolineato Squinzi - ma non contiene un piano complessivo di efficientamento e riqualificazione della spesa, poiché i risparmi sono principalmente riallocazioni. Ci si obbliga così a reperire risorse nei soliti capitoli di spesa come quello dei giochi, che invece necessita di una riforma organica, e degli enti territoriali, che tra il 2009 e il 2015 hanno subito circa 34 miliardi di tagli. Poco meno della metà della diminuzione delle spese, 3,6 miliardi, è prevista, infatti, da sanità e Regioni, rischiando così un significativo depotenziamento dell'assistenza a imprese e cittadini e penalizzando soprattutto i servizi e le imprese della filiera della salute».

Assobiomedica: «Qualità Ssn a rischio con gare al ribasso»
Non è tardata la risposta di Assobiomedica. Per il presidente Luigi Boggio: «Se Confindustria ha voluto sottolineare al Senato le ricadute che la manovra rischia di produrre sulla Sanità significa che tutta la filiera della salute è in seria difficoltà. Per il settore dei dispositivi medici infatti la centralizzazione degli acquisti, contenuta nella Legge di Stabilità, è un tema delicatissimo, ma lo è anche per il futuro del Servizio sanitario nazionale. Nelle gare di fornitura vanno infatti assolutamente salvaguardati alcuni elementi imprescindibili: la qualità del prodotto, la differenziazione dei dispositivi disponibili sul mercato, il tessuto di imprese coinvolte, il rapido tasso di innovazione tecnologica. Se invece a una centralizzazione spinta si unisce la concreta realizzazione delle misure previste con la manovra 2015, ovvero rinegoziazione dei contratti, payback e tetti di spesa, ci dovremo attendere un pesante taglio degli investimenti esteri e di posti di lavoro, oltre al fallimento di molte piccole e medie imprese italiane».

E ha precisato poi Boggio: «Le gare al ribasso che guardano principalmente al prezzo non solo rischiano di ridurre il livello di qualità di prodotti da cui dipende l'efficacia della prestazione sanitaria, ma tendono anche a omologare i dispositivi medici, quando in realtà sono spesso personalizzati sulle specifiche esigenze di terapia del paziente. Inoltre, questo tipo di gare bloccano l'accesso di nuove tecnologie nelle strutture sanitarie».

Con Consip incognita futuro per 80% delle imprese
«Mettere in mano a Consip e alle centrali regionali la gestione degli acquisti di beni e servizi sanitari con gli approcci attuali escluderebbe dal mercato l'80% delle imprese del settore che, in quanto piccole e medie, pur costituendosi in raggruppamento temporaneo di imprese, non potrebbero soddisfare mercati a livello regionale e tanto meno nazionale. Anche queste aziende producono innovazione e temiamo che tali misure le portino al fallimento, stroncando anche il mondo della ricerca medico-scientifica che c'è dietro questo tessuto imprenditoriale».


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