In parlamento

Manovra 2016, sanità: ecco l’emendamento sui medici al voto oggi. Lorenzin: «Le Regioni troveranno i fondi». Ma i sindacati confermano lo sciopero

di Barbara Gobbi e Rosanna Magnano

Alla vigilia dellosciopero dei medici previsto per domani e dopo il lungo tira e molla arriva il testo di compromesso per l’emendamento alla manovra 2016 che riguarda i medici, al voto oggi, tra un pacchetto risk ridimensionato (scompaiono le norme sulla responsabilità civile e restano in campo quelle sull’obbligatorietà sia nel pubblico che nel privato di percorsi di audit, formazione degli operatori, rilevazione del rischio di inappropriatezza nei percorsi diagnostici e terapeutici e assistenza tecnica agli uffici legali della struttura in caso di contenzioso o di stipula di polizze assicurative) e assunzioni annunciate - ma tutte da verificare -per far fronte all’emergenza esplosa dal 25 novembre scorso con l’applicazione delle regole Ue su orari di lavoro e riposi.
I contenuti: un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario, un percorso che le Regioni dovranno fare per evidenziare eventuali esigenze assunzionali emerse a seguito dell’applicazione dell’orario di lavoro Ue e la possibilità di tamponare le emergenze prolungando i contratti degli attuali precari e ricorrendo a forme di lavoro flessibile, ma solo fino al 31 luglio 2016 prorogabile al massimo fino al 31 ottobre 2016.
Nessuna certezza su numeri e finanziamenti, che dovranno arrivare dai risparmi in ambito Ssn ricavati dalle misure di contenimento della spesa sanitaria previste dalla legge di Stabilità, tra appropriatezza, centralizzazione degli acquisti e cinghia stretta per le Asl.

Eventuali assunzioni di personale restano un punto d’arrivo, ma solo al termine di una vera e propria corsa a ostacoli da parte delle Regioni, che dovranno rispettare una tempistica piuttosto rigida. Il percorso di programmazione regionale dei fabbisogni del personale dovrà includere un piano che dia evidenza alle modalità organizzative degli operatori e in ogni caso seguire l’adozione dei provvedimenti attuativi del Dm 70/2015 sugli standard ospedalieri (programmazione e riduzione dei posti letto) nel rispetto della cornice finanziaria programmata e del dlgs 66/2003 in materia di orario di lavoro, attraverso un’allocazione più efficiente del personale. Il tutto andrà trasmesso entro il 29 febbraio 2016 al Tavolo di verifica degli adempimenti e al Comitato permenente dei Lea, oltre che al Tavolo per il monitoraggio del Dm sugli standard ospedalieri. La valutazione da parte dei tavoli arriverà entro il 31 marzo 2016.

I concorsi straordinari potranno essere indetti nel periodo 2016-17. La copertura finanziaria verrà da quello che già c’è e dai risparmi che si faranno in ambito Ssn. Nessuna certezza sui numeri quindi e nessuna dotazione finanziaria aggiuntiva. La stabilizzazione del personale si applica anche all’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto alla povertà (Inmpi).

Manifesta soddisfazione la ministra della Salute Beatrice Lorenzin: «Abbiamo varato in queste ore la norma in legge di Stabilità che permette l'assunzione di nuovi operatori sanitari per coprire i turni di riposo della direttiva Ue. Le Regioni non avranno problemi a recuperare i 300 milioni necessari per le assunzioni, noi abbiamo permesso lo strumento per poter fare le assunzioni previste. Che fosse ancorato al risparmio delle centrali uniche di acquisto o alla medicina difensiva, sapevamo tutti che era una scommessa che le Regioni possono accettare». Di opinione contraria i sindacati, che proprio domani incroceranno le braccia per protestare innanzitutto contro i tagli continui al Ssn e l’impoverimento di risorse e personale degli ultimi anni. Malgrado Lorenzin continui a tendere loro la mano - «prendo in modo costruttivo questa protesta del personale sanitario perché è un momento di riflessione nazionale sui problema del Ssn, che è proprietà di tutti noi» - ha affermato, auspicando che le nuove norme sulle assunzioni scongiurino gli altri scioperi in cantiere per inizio 2016 - gli ospedalieri sono sul piede di guerra. «Si tratta di una presa in giro. Ricordo che i conti in regola delle aziende sanitarie - spiega il responsabile nazionale Giovani medici Anaao Domenico Montemurro - sono frutto fino ad ora di blocco delle assunzioni, accorpamenti scellerati, licenziamenti e prepensionamenti (anche ingiusti) senza sostituzioni. L’appropriatezza risparmierebbe secondo stime indirette circa 100 milioni/anno che ricadranno senza precise regole sui cittadini e gli operatori sanitari, pure sanzionati. Centrali uniche se ne parla da sempre ma se non interveniamo sul titolo V è una ipotesi remota. Detto ciò siamo punto e da capo... Il ministro scarica sulle Regioni attraverso la ricognizione dei fabbisogni e saranno loro a pagare le assunzioni di nuovi precari. Le Regioni potrebbero rispondere che pur di evitare di iniettare soldi, i loro fabbisogni sono in linea». E si dichiara solo «parzialmente soddisfatta» la Cimo. Tanto che «l’emendamento del Governo - dichiara il segretario nazionale Riccardo Cassi - non è sufficiente a far revocare lo sciopero. Le motivazioni della mobilitazione della professione medica non hanno ancora trovato risposte. Apprezziamo che il Governo abbia mantenuto le promesse presentando l’emendamento che consente di assumere medici per garantire la continuità assistenziale nel rispetto della normativa europea su riposi e orari di lavoro, ma permangono molte perplessità su tempi e modalità di attuazione. Nell’emendamento non si identificano fondi certi, ma derivanti da risparmi tutti da verificare e si affidano alle Regioni una serie di atti assolutamente necessari, anche se già previsti da norme e mai attuati. E' inutile mettere date se alla scadenza prevista non scattano sanzioni per gli amministratori inadempienti e non si prevedono norme che consentano interventi sostitutivi da parte del Governo».

Plaude invece Paola Binetti (Area popolare-Udc): «Buone notizie per medici ed infermieri che non dovranno più farsi carico di turni massacranti che mettevano a rischio la qualità delle loro prestazioni e quindi ottime notizie per i pazienti che guadagnano un margine di sicurezza in più. Brava quindi la Lorenzin che mantenendo ferma l’adesione alla direttiva europea ha semplicemente cambiato canale per quanto attiene ai finanziamenti necessari per attuarla concretamente. Se il riferimento alla riduzione dei costi della medicina difensiva appariva troppo aleatorio e quindi non convinceva il Mef, i fondi arriveranno invece dai risparmi generati da altri provvedimenti entrati in Stabilità: su appropriatezza, centrali uniche di acquisto e piani di rientro delle Asl in deficit».


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