In parlamento

Dopo di noi, Falabella (Fish): «Vanno fatte correzioni importanti»

«La Camera ha approvato oggi la proposta di legge sul ‘dopo di noi'. Va accolto e apprezzato lo sforzo della Commissione Affari Sociali di giungere ad un testo unificato di varie proposte e di correggere le distorsioni più palesi presenti nelle prime stesure. Va riconosciuto che, dopo decenni di silenzio, il legislatore ponga come significativa quella che è una evidente emergenza: la solitudine di molte famiglie e la loro motivata ansia per la sorte dei loro congiunti con disabilità».
Questa la premessa di Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, al testo approvato a larga maggioranza dalla Camera e che ora passa all'esame del Senato.
«Ci auguriamo che in Senato ci possa essere una correzione degli elementi che in questo testo non convincono e innescano, al contrario, molti dubbi» – prosegue Vincenzo Falabella –«Ci aspettavamo una norma che contrastasse in modo deciso l'istituzionalizzazione delle persone con disabilità, impedendo il riprodursi di istituti e residenze segreganti. Chiedevamo che fosse prevista e programmata una progressiva deistituzionalizzazione delle persone che oggi vivono recluse in queste strutture. Confidavamo in un organico ripensamento delle politiche e dei servizi mirati a consentire alle persone di vivere dignitosamente nelle loro collettività, nei loro territori, obiettivo ambizioso ma ineludibile. Si delinea, invece, al massimo un fragile obiettivo di servizio, che le Regioni potranno o meno assumere, non certo bilanciato dal divieto di finanziamento di qualsiasi struttura segregante presente o futura né garantito come livello essenziale di assistenza. Anche sulla reale operatività ci sarebbe – comunque vada – moltissimo su cui vigilare».

Trust: lusso per pochi
«Lo stesso strumento del trust è una soluzione per pochi. Nel testo sarebbe stato invece opportuno rafforzare strumenti civilistici già esistenti e alla portata di una platea ben più ampia di beneficiari. E di proposte su tale specifica opportunità ce n'erano, ma sono rimaste lettera morta».
«E da ultimo un appunto lo merita anche il linguaggio adottato già ad iniziare dal titolo: persone “affette” da disabilità. Tradisce un pregiudizio stigmatizzato dalla stessa Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. La disabilità non è una patologia, ma deriva soprattutto da politiche omissive, da servizi carenti, da una società non a misura di tutti». Giudizio, quindi, dubitativo da parte della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap che verosimilmente riproporrà emendamenti correttivi nel corso della lettura al Senato.


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