In parlamento

Def, le Regioni in audizione: «Tagli poco realistici per tempi e modalità. Sostenibilità da verificare»

di Red.San.

Anteprima. Il Def 2016 presentato dal Governo una decina di giorni fa non convince affatto le Regioni. Durante la prima tornata di audizioni davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato i governatori hanno affermato di ritenere «indispensabile», in vista della prossima legge di Stabilità, «un approfondimento sulla effettiva sostenibilità dei tagli che sono ritenuti difficilmente sopportabili, poco realistici nella tempistica e modalità». Per questo viene sollecitata la prosecuzione delle relazioni istituzionali con Parlamento e Governo per la definizione del bilancio pluriennale 2017-2019.
Dai dati del Def, sottolinea Massimo Garavaglia, rappresentante della Conferenza delle Regioni, «emerge chiaramente una progressione quasi geometrica dei tagli sui bilanci pluriennali regionali». Per di più le Regioni «sono l’unico comparto della pubblica amministrazione che non ha usufruito di un allentamento delle regole del pareggio». Anche per questo «i risparmi derivanti dai costi standard per l’esercizio delle funzioni regionali (sanità , trasporti ecc...) devono essere mantenuti all’interno del comparto Regioni per lo sviluppo degli investimenti e della competitività». Nel documento illustrato dalle Regioni si auspica, in particolare, «la definizione di un programma di risparmi non lineari attraverso l’introduzione dei costi standard per tutti i livelli di governo (scuola, giustizia, fisco, amministrazioni centrali e periferiche) e non solo per gli Enti territoriali». E i risparmi derivanti dalle funzioni regionali - si leggecome spiegato da Garavaglia - «dovranno essere mantenuti all’interno del comparto Regioni per lo sviluppo degli investimenti e la competitività».


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