In parlamento

Rapporto spesa/Pil ai minimi, personale in affanno e farmaci innovativi senza programmazione: le osservazioni della XII del Senato sul Def 2016

di B.Gob.

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24 Esclusivo per Sanità24

Parere positivo con osservazioni. In buona parte sovrapponibili a quelle a suo tempo formulate sulla legge di Stabilità 2016. Ora tocca al Def, che appena iniziato il suo iter parlamentare passa, per quanto riguarda la Sanità, al severo setaccio della commissione Igiene e Sanità. E la capogruppo Pd Nerina Dirindin in una nota spiega: «Pur consapevoli del lungo periodo di crisi che attraversa il Paese, il nostro obiettivo resta quello della difesa del Servizio sanitario nazionale e della sua sostenibilità, senza pregiudicare la qualità dei servizi e l’equità di accesso alle cure. Per questo esprimiamo un parere favorevole sul Def, ma osserviamo alcuni punti critici che riteniamo meritino attenzione da parte del Governo. Le criticità individuate - continua - riguardano soprattutto gli obiettivi di spesa che, se per il 2016 si mantengono sostanzialmente analoghi a quelli indicati nel Def del 2015, per il triennio successivo lasciano prefigurare un quadro restrittivo con una riduzione del rapporto spesa/Pil che raggiunge nel 2019 il 6,5%: un valore critico per la tutela della salute dei cittadini, soprattutto se si considera che la spesa sanitaria pubblica italiana risulta, ormai da molti anni, di gran lunga inferiore a quella dei Paesi europei con livello di sviluppo simile al nostro».

Il rapporto spesa/Pil preventivato nel 2019 al 6,5% - tale da prefigurare «una situazione di particolare sofferenza, soprattutto se si considera che la spesa pubblica sanitaria italiana risulta, ormai da molti anni, di gran lunga inferiore a quelli dei paesi europei con il livello di sviluppo simile al nostro e pone seri problemi per una efficace ed uniforme politica sanitaria» - è dunque il primo punto nell’occhio del ciclone. Secondo, il personale di cui si ricorda il calo di spesa dello 0,8% tra 2014 e 2015: dinamica che «rischia di indebolire il Ssn in tutte le Regioni», anche alla luce degli obblighi imposti dalla direttiva orari di lavoro e del «lungo e atteso potenziamento dell’assistenza territoriale», ricordano i senatori. Per questo serve «una reale valutazione del fabbisogno di personale, in tutte le sue componenti». I contratti, finalmente sbloccati, sono alle porte e comporteranno «un’adeguata previsione di spesa», nonché «una accurata revisione dei vincoli vigenti sulla spesa e sulla dotazione del personale, introducendo elementi di graduale flessibilità, a partire dal superamento del tetto di spesa rispetto al livello del 2004 ridotto dell’1,4%». Tra le altre priorità al capitolo risorse umane, il superamento del ricorso sistematico ai precari e la riconsiderazione dei fondi aziendali per la retribuzione accessoria ridotti in ragione del personale in uscita».

I farmaci innovativi, infine: per questa voce è «indispensabile mettere in campo strumenti di prigrammazione e monitoraggio degli interventi sotto il profilo clinico, organizzativo ed economico-finanziario».


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