In parlamento

M5S: «Trasparenza, un'occasione gettata al vento, Big Pharma ringrazia»

da Il Mattinale dell’Ordine dei farmacisti di Roma

Per i deputati M5S, che della trasparenza sugli accordi Aifa-aziende farmaceutiche per la fissazione dei prezzi dei farmaci ad alto costo avevano fatto una loro bandiera, sollevando il problema con una risoluzione presentata da Silvia Giordano (nella foto) il 1 luglio del 2015, il via libera di ieri della Commissione Affari sociali alla risoluzione sul tema a firma della deputata dem Anna Miotto è una soluzione al ribasso del problema.

«Oggi in Commissione è stata persa l'ennesima occasione per fare gli interessi dei cittadini: la risoluzione della maggioranza appena approvata non servirà ad eliminare la secretazione dei prezzi nella contrattazione dei farmaci da parte dell'Aifa» scrivono infatti i deputati M5S della Affari sociali sul blog del movimento. «Le responsabilità politiche del Pd e degli altri partiti di governo sono certificate: gli italiani non devono sapere nulla su accordi che riguardano la loro salute».

«Nonostante i pareri espressi durante le audizioni da autorevoli esponenti quali il presidente dell'Agcom Giovanni Pitruzzella, il professor Silvio Garattini e il professor Nello Martini, tutte favorevoli alle indicazioni inserite nella risoluzione M5S, a prima firma Silvia Giordano, che chiedeva la massima trasparenza rispetto alla negoziazione dei prezzi dei farmaci, la maggioranza ha deciso di remare in senso opposto».

I deputati pentastellati ricordano che, a breve, arriveranno a scadenza sia i contratti che i brevetti di farmaci importanti, primo fra tutti il Sovaldi della ditta Gilead per l'eradicazione del virus dell'epatite C, circostanza che con una totale trasparenza degli accordi avrebbe consentito di ottenere «prezzi equi e maggiori possibilità di trattamento».

«In definitiva – concludono i deputati 5 Stelle – oggi abbiamo avuto l'ennesima conferma che questo governo e la maggioranza hanno molto più a cuore gli interessi della lobby del farmaco rispetto a quelli degli italiani, che hanno sempre più difficoltà ad accedere a servizi sanitari degni di questo nome».


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