In parlamento

Si balla con il Ddl omnibus. E il terzo settore va sulla rampa di lancio. Ecco la settimana che verrà in Parlamento

di r.tu.

Omnibus, una fatica lunga 814 giorni

Ben 814 (ottocentoquattordici) giorni dopo il suo approdo in Parlamento quando premier era Enrico Letta e ministro della Salute già allora Beatrice Lorenzin (ma sotto le insegne berlusconiane), il Ddl sanitario omnibus targato (appunto) Lorenzin, sbarca da mercoledì in aula a palazzo Madama. Con la speranza di farcela subito, sotto la spinta della relatrice Pd, nonché presidente di commissione, Emilia Grazia De Biasi. Non che manchino novità, anzi: dai trial clinici alla medicina di genere al femminile, dalla riforma degli Ordini esistenti alla nascita di un altro super Ordine per alcune professioni sanitarie, dalla battaglia sugli osteopati fino al parto indolore. Insomma, molta polpa e interessi consistenti di (legittime) lobby al lavoro per conquistarsi (anche altro) spazio. Chissà se ce la si farà già questa settimana. Di sicuro ci si proverà. Altrimenti si va alla prossima. Senza scordare che dopo ancora il Parlamento sarà sotto l'ebbrezza , e per non pochi la paura, del voto in oltre 1,300 Comuni del 5 giugno.

Risk e "dopo di noi" cercano lo sprint

Intanto al Senato, in commissione Igiene e sanità, si inizierà l'esame non del tutto in discesa degli emendamenti al Ddl approvato dalla Camera sulla responsabilità professionale, che poi andrà all'esame dell'aula e sarà sicuramente modificato. Dunque farà l la terza navetta verso Montecitorio. Con tempi di conclusione e di via libera definitivo non esattamente certi. E per restare al Senato in commissione Lavoro si va al voto del "dopo di noi", una legge che dovrà riparare troppe vergogne nazionali in merito (anche) all'assistenza ai disabili gravi privi di alcun sostegno familiare. Renzi la sponsorizza da vicino, il Parlamento pure. Dopo il sì della Camera, quello del Senato sarà il passaggio finale? Con probabilità no, ma un percorso accelerato non è da escludere comunque, anche nel caso del terzo voto a Montecitorio. Situazione politica permettendo dopo le urne del 5 giugno.

Concorrenza nel cassetto

A restare ferma al Senato è ancora la legge sulla concorrenza, col nodo in materia sanitaria delle farmacie e del capitale. Ormai accertato che si deve aspettare il "dopo voto" per le amministrative, il rebus adesso è quello della posizione del neo ministro del Mise, Carlo Calenda, che per questo è atteso in commissione a svelare i suoi progetti. Non solo sul capitolo farmacie, ovviamente.

Terzo settore, è quasi fatta?

Alla Camera invece, in commissione, tutto si gioca intorno alla riforma del terzo settore. È in terza lettura alla commissione Affari sociali, che le dedica tutte le sedute della settimana. D'altra parte è nel calendario dell'aula di Montecitorio da lunedì 23. E dovrebbe essere la volta buona.

Se 212 leggi vi sembran poche. Renzi vuol dire «fiducia»

Intanto, dopo la legge sulle unioni civili, è il momento di qualche bilancio generale sull'attività del Parlamento, fin qui, nella XVII Legislatura. I numeri dicono che sono nate 212 leggi. E che il Governo (anzi i Governi, e quello di Renzi soprattutto ormai al timone da 27 mesi) l'ha fatta da padrone: un dominus da 175 leggi, l'82,5% del totale. Con ben 62 decreti legge convertiti (29,2%). E il record di voti di fiducia in assoluto, le ultime su unioni civili e decreto scuola. Non saranno gli ultimi.


© RIPRODUZIONE RISERVATA