In parlamento

Rapporto Osmed, M5S: «La spesa farmaceutica lievita, serve riforma governance»

«Il nuovo balzo in avanti della spesa farmaceutica registrata dal rapporto Osmed era ampiamente previsto e prevedibile. Si tratta dell'ennesima sirena di allarme rispetto a un tema che il governo e il ministero della Salute non possono più eludere o rimandare nel tempo: la riforma della governance della spesa farmaceutica. Il punto di questa riforma, come indicato anche nella nostra mozione depositata alla Camera e contenuto nel comma 570 dell'ultima Legge di stabilità, prevede che ministero della Salute e Aifa predispongano un annuale un piano strategico volto a definire le priorità di intervento, le condizioni di accesso ai trattamenti, i parametri di rimborsabilità sulla base di risultati clinici significativi, il numero di pazienti potenzialmente trattabili e le relative previsioni di spesa e condizioni di acquisto». Lo affermano i deputati M5S in commissione Affari Sociali.

«Inoltre, nell'ambito della programmazione - continuano i deputati - chiediamo che sia previsto un rimborso – quota minima del 10% - per tutti i farmaci antineoplastici e immunomodulatori che superino una quota di fatturato annuo pari ad almeno 80 milioni di euro lordi, indipendentemente dalla molteplicità delle indicazioni di utilizzo. Ancora, tra i punti ineludibili della riforma della governance farmaceutica riteniamo debba esserci l'indicazione dell'obiettivo di ridurre di almeno il 50% la quota di compartecipazione a carico del cittadino che acquisti il farmaco di marca rispetto al farmaco generico di fascia A. Deve, infine, essere riorganizzato il sistema dei prezzi dei medicinali veterinari e realizzato un sistema informatizzato per la corretta tracciabilità del farmaco veterinario».

E sui farmaci per eradicazione dell'epatite C che da soli nel 2015 hanno fatturato 1,7 miliardi a carico del Ssn, per i deputati del M5S «è del tutto evidente che bisogna apportare dei correttivi, in alcuni casi sostanziali, rispetto alle politiche adottate fin'ora. Tutto questo a partire dallo stop alle clausole di riservatezza, a cui si aggiunge la necessità di ricontrattare il prezzo del Sovaldi a partire da 4 mila euro in giù a terapia. Chiediamo inoltre di mettere fine allo strumento delle note di credito e, per finire, il ministero della Salute dovrebbe finalmente presentare un Piano nazionale pluriennale per l'eradicazione dell'epatite C, mettendo fine all'attuale sistema di corto respiro, che non va oltre la programmazione annuale».


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