In parlamento

Il labirinto estivo del Parlamento

di Roberto Turno (da Il Sole 24 Ore di domenica)

Ci sono i mega ritardatari, con tempi di attesa che neanche il Lotto o i pagamenti Pa alle imprese: il rischio clinico che è in coda da 1.038 giorni, da 877 i trials clinici e gli Ordini e Albi per 1,2 milioni di sanitari non medici, la concorrenza da 481 giorni, il processo penale da 583. Ma ci sono anche quelli che vanno alla velocità della luce, in barba alla riforma costituzionale di Renzi che vuole sveltire i tempi legislativi, a dimostrazione che tutto dipende dalle volontà politiche (e dai voti di fiducia): la riforma della legge di bilancio è in pista da 66 giorni e da 86 il Ddl sui bilanci di comuni e regioni, ma entrambi sono pronti ad arrivare presto definitivamente in porto. E poi ci sono i “pezzi da novanta”: ancora la legge sulla concorrenza e il binomio processo penale-prescrizione, il lavoro autonomo, l'editoria, il cinema e lo spettacolo, martedì la legge sulla tortura che tormenta il centrodestra. Per non dire della liberalizzazione della cannabis. E dei tre decreti da portare a casa a rotta di collo, pena la decadenza, a cominciare dalla cessione dell'Ilva e dalle norme per il pay back da 1,5 miliardi sui farmaci a carico delle industrie.
C'è di tutto e di più tra le leggi in cerca di consacrazione prima delle vacanze. La via crucis estiva del Parlamento (e del Governo) è tutta in un incrocio complicato e delicato di giochi a incastro di provvedimenti che stanno letteralmente affollando i calendari di Camera e Senato nel solito labirinto di fine stagione. Il più classico degli ingorghi parlamentari come il traffico che impazzisce all'ora di punta. Con l'aggiunta del sale del dissidio dentro i partiti e la maggioranza, non solo tra Governo e opposizioni: vale per la concorrenza che continua a slittare, per non dire della prescrizione, del processo civile che tutti dicono di voler sveltire ma chissà perché è fermo al palo da tempo. E sui bilanci degli enti locali.
Insomma, le settimane che arrivano a Montecitorio e a Palazzo Madama non mancheranno di sorprese. Il Senato al massimo chiude i battenti per le ferie venerdì 5 agosto («se necessario» è la formula) , la Camera deve comunicarlo, ma farà altrettanto. Tre settimane, ma in realtà 10-12 giorni di lavoro effettivo. Che complicheranno la riuscita dell'intera operazione delle leggi da chiudere entro l'estate.
Legge di stabilità, addio. Le agende per le assemblee di Montecitorio e di palazzo Madama sono già bell'e definite. E intricate, dunque suscettibili di aggiornamenti. Ma anche di sorprese a effetto perfino sulla prossima manovra 2017. Con la riforma del bilancio all'esame del Senato (e già approvata dal Senato) si manda in soffitta la legge di stabilità che già aveva sostituito (nominalmente) la classica Finanziaria. Ora si chiamerà legge di bilancio punto e basta, e starà dentro la sua prima parte, perfino in via sperimentale con un bilancio di genere (femmine/maschi) per valutare l'impatto “di genere” appunto, delle varie norme. Il provvedimento è atteso a breve in aula e il Governo ci conta proprio per la prossima manovra.
Ma è proprio l'affollamento d'aula, per restare al Senato, che rende tutto molto complicato. Anche il Ddl concorrenza è atteso in aula la prossima settimana, e così la legge sull'editoria e quella su cinema e spettacolo, il decreto Ilva e il lavoro autonomo (se la commissione termina). Perfino si auspica che sbarchi a palazzo Madama la prescrizione. Magari il contrasto del caporalato e gli sprechi alimentari. E chissà se ci sarà tempo per i saldi di fine stagione. Anche perché le commissioni intanto non staranno ferme, a partire dai pareri sui Dlgs del Governo che devono licenziare: uno è quello sui manager della sanità, l'altro è quello sulle partecipate che fa marcia indietro da palazzo Chigi. Intanto da martedì l'aula del Senato deve licenziare la legge sul reato di tortura.
Camera tra enti locali e farmaci. In tutto questo, la Camera dovrà fare gioco di sponda. Ma non solo. Con ritardo, e con la fiducia, questa settimana conta di licenziare il decreto su enti locali e farmaci. E aspetta della commissione anche il Ddl sui bilanci di regioni e comuni, che al Senato ha fatto quasi tremare il Governo per la necessità di avere la maggioranza assoluta (poi ampiamente superata), che però alla Camera, Ala o non Ala, non è un problema per Renzi. Ma avrà anche da votare il suo progetto di bilancio, la Camera, e rendiconto 2015 del bilancio dello Stato come l'assestamento per il 2016. Poi la legalizzazione della cannabis, forse sì, forse no. Poi si chiuderà per le ferie. E alla riapertura di settembre intanto i tempi di ritardo di molte leggi saliranno di altre 30 giorni. Per crescere ancora con le fibrillazioni per la ormai ex legge di Stabilità e per il referendum. Del resto, ogni stagione ha la sua pena.


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