In parlamento

Farmaci, M5S: «Errori e iniquità nel calcolo del pay-back»

di Giulia Grillo (Movimento 5 Stelle)

Gentile direttore,

Nel suo articolo“Spesa farmaceutica, stop del TAR al pay-back” viene riportato l'accoglimento, da parte del Tar Lazio, dei ricorsi presentati da circa 70 aziende al fine di sospendere i pagamenti previsti dall'articolo 21 del Decreto 24 giugno 2016 n. 113. Si tratta di una notizia grave che testimonia, ancora una volta, l'ennesimo deficit di gestione da parte dell'Agenzia italiana del farmaco.

Il Movimento 5 Stelle ormai da molti mesi denuncia la gestione poco efficiente dell'Aifa ed anche in questo caso abbiamo cercato di modificare la situazione presentando diversi emendamenti alle misure di governo della spesa farmaceutica nel corso della discussione in Commissione Affari Sociali. Purtroppo sono state prese in considerazione ben poche delle nostre proposte in quanto, una maggioranza compatta, ha deciso di mantenere invariata l'architettura di un provvedimento che comporta un rilevante “sconto”, valutabile in non meno di 300 milioni di euro, rispetto ai versamenti che le aziende avrebbero dovuto effettuare come testimoniato anche dalla relazione tecnica di accompagnamento del decreto.

Adesso, grazie al suo giornale, apprendiamo che “gli sconti” potrebbero essere addirittura due. Infatti, mentre le imprese che si sono viste recapitare richieste maggiori rispetto ai loro conteggi hanno la possibilità di presentare domanda di rettifica (comma 5) o tutelarsi attraverso l'intervento della magistratura contabile, cosa che hanno già fatto, quelle che si vedranno recapitare importi inferiori, se pagheranno nei tempi, non dovranno più preoccuparsi di nulla e si godranno l'ennesimo regalo. Questo è quanto indicato nei commi 8 e 9 e confermato nella nota interpretativa del Ministero della Salute, richiesta dalla stessa Agenzia (leggi qui http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/payback-chiarimenti-interpretativi-del-ministero-della-salute ), a testimonianza che regioni e province autonome non avranno alcuna possibilità di avanzare “ulteriori pretese” e mettere ordine a tre anni di conti errati.

Tradotto in soldoni significa che in caso di accettazione delle rettifiche si avranno incassi inferiori che non potranno più essere recuperati da “ulteriori pretese” nei confronti delle aziende “fortunate”.

Che quanto descritto non è un caso di scuola sta nei fatti. I più che probabili errori in eccesso, calcolati dall'Aifa, devono essere necessariamente controbilanciati da altrettanti errori per difetto considerato che l'ammontare complessivo del pay-back (oltre 1.5 miliardi) è l'unico fattore costante nella formula di calcolo.

Ovviamente come Movimento proveremo ad opporci a questa situazione poco edificante già a partire da quest'oggi con la discussione in Aula della nostra mozione sulla governance della farmaceutica. Inoltre, nelle prossime ore, presenteremo sia degli emendamenti al Senato, per contrastare le iniquità descritte rispetto all'articolo 21, che un'interpellanza alla Camera per conoscere con esattezza i numeri della “trovata originale” che, se portata avanti, potrebbe compromettere i bilanci di molti assessorati alla sanità primo fra tutti proprio quello della regione del premier non eletto.


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