In parlamento

Dieci anni dopo Welby: l’Italia è cambiata ma legge sul fine vita è rimasta nel limbo

L’Associazione Luca Coscioni ha celebrato alla Camera il ricordo di Piergiorgio Welby, a dieci anni dalla sua scomparsa, per rilanciare l’appello alle istituzioni: i cittadini chiedono una legge per regolamentare le scelte di fine vita (il 77% degli italiani secondo i dati della ricerca SWG dicembre 2016).

«Abbiamo fiducia nella volontà di molti parlamentari di voler arrivare ad una buona legge sul testamento biologico. Al tempo stesso, non possiamo lasciare cadere le richieste dei malati. Non siamo a favore dell'eutanasia, ma contro l'eutanasia clandestina e per l'eutanasia legale», afferma Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e promotore della campagna Eutanasia legale.
Tante le personalità presenti per sostenere l’appello: al fianco di Emma Bonino e Mina Welby, Donata Lenzi, relatrice alla Camera sulle Dat (Disposizione anticipate di trattamento), nonché i deputati Stella Bianchi, Fabrizio Cicchitto, Giuseppe Civati, Pia Locatelli, Sergio Lo Giudice, Luigi Manconi, Gianni Melilla, Beatrice Brignone, Matteo Mantero, Silvia Amati, Benedetto Della Vedova e Riccardo Nencini. A ricordare la battaglia di Welby anche il Comitato etico di Fondazione Umberto Veronesi che, su input del professore, ha stilato la “Mozione del Comitato etico sui profili etici dell'eutanasia”, presentata da Marco Annoni.

Welby, radicale, Co-Presidente dell'Associazione Luca Coscioni, riuscì a ottenere il diritto a morire senza soffrire, grazie al coraggio di un medico che aveva deciso di rischiare 15 anni di carcere per la libertà. Sono passati dieci anni: che cosa è cambiato? Le libertà civili hanno fatto grandi passi avanti e i cittadini chiedono che le Istituzioni seguano questo progresso.
Anche grazie ai casi Nuvoli, Englaro, Velati, Fanelli e, più recentemente, Walter Piludu, malato di Sla che, affidandosi all'Associazione Luca Coscioni, ha ottenuto dal tribunale di Cagliari ciò che il Tribunale di Roma negò a Welby: l'ordine alla Asl di sospendere le terapie e morire senza soffrire.

In Europa l'eutanasia è legale nei Paesi Bassi, in Belgio e in Lussemburgo, mentre in Svizzera lo stato consente quello che viene definito il “suicidio assistito”. In Italia invece una norma che regoli la materia è completamente assente. Qualcosa finalmente si muove, anche in Parlamento: il 7 dicembre la Commissione Affari sociali della Camera dà il via libera al testo sul testamento biologico. Donata Lenzi, relatrice sulle Dat confida di riuscire ad approvare il testo entro la fine della legislatura: è lo stesso auspicio dell'Associazione Luca Coscioni, a prescindere dai miglioramenti che ancora si potranno apportare al testo. «Il termine per gli emendamenti è il 12 gennaio - conclude Marco Cappato - ci auguriamo il proseguimento dei lavori in Aula in tempi brevi per approvare una riforma di civiltà attesa da anni. Parallelamente alla discussione del testo, rilanciamo il nostro appello al Ministero della Salute affinché intervenga con una circolare che dia indicazioni precise affinché non sia più necessario l'intervento di un giudice per far rispettare le volontà della persona malata che chiede solo il rispetto di un diritto costituzionalmente garantito, come affermato nella sentenza del Tribunale di Cagliari sul ricorso presentato da Walter Piludu».


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