In parlamento

Risk, gli ortopedici chiedono l’approvazione in tempi rapidi

di Michele Saccomanno, presidente Nuova ASCOTI (Associazione Sindacale Chirurghi Ortopedici e Traumatologi Italiani)

Con la legge sulla responsabilità professionale dei medici, già approvata alla Camera e ora in discussione al Senato, siamo ormai in dirittura d'arrivo. La Nuova Ascoti ritiene che non si può mandare all'aria un lavoro frutto di decenni di battaglie nelle commissioni parlamentari, negli incontri sindacali, nei congressi medici, in centinaia di confronti e tavoli istituzionali a tutti i livelli.
Il ddl sulla responsabilità medica presenta grandi progressi e chiarimenti rispetto al decreto Balduzzi, con grande soddisfazione per i pazienti che si troveranno di fronte un medico più sereno in sala operatoria, senza la “paura” di dover lavorare con una spada di Damocle sulla testa.
La situazione fino ad ora ha visto gli ortopedici, e i chirurghi in generale, costretti a difendersi continuamente da contenziosi, talvolta al limite della lite temeraria, e da richieste di risarcimento per presunti errori, solo per avere esercitato quotidianamente la propria professione. Non vogliamo sottrarci alle nostre responsabilità, né depenalizzare la categoria, ma chiediamo una giusta definizione della responsabilità medica e soprattutto dell'atto medico. Come avviene per i medici di tutto il mondo. Solo chiarendo che il medico, nel momento in cui opera, esegue il trattamento per curare e non per attentare all'integrità fisica del paziente, si potrà recuperare il rapporto di fiducia con il paziente.
Nell'aula di palazzo Madama, la discussione si è interrotta nella seduta dello scorso 24 novembre con l'approvazione di metà provvedimento. Dopo il calendario dei lavori stabilito ieri dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, la speranza è che si arrivi al voto finale a gennaio in tempi certi e all'approvazione definitiva con un passaggio rapido alla Camera.
I cittadini meritano una risposta dal Parlamento che deve dimostrare al Paese di non essere, come accaduto nella passata legislatura, vittima di scherzetti e di ulteriori ritardi da parte dei partiti e di altri portatori di interesse a vario titolo, che solo apparentemente - ma non realmente - intendono garantire il sacrosanto diritto alla salute, tutelato dalla nostra magnifica Carta.
A marzo di quest'anno, la Nuova Ascoti è stata in Senato, in audizione davanti alla 12° Commissione Igiene e Sanità, in rappresentanza di Siot (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), Otodi (Associazione Ortopedici Ospedalieri italiani) e Accademia universitari ortopedici, per sostenere gli indubbi passi avanti fatti col disegno di legge in discussione.
Adesso, chiediamo con forza che, in nome della Costituzione, non si mortifichi un diritto fondamentale per tutti i cittadini, soprattutto per i più fragili e i più deboli.


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