In parlamento

Assunzioni in sanità e fabbisogni nella nebbia, M5S: «La legge sull’orario di lavoro Ue è lettera morta»

Affondo del Movimento 5 Stelle contro il ministero della Salute sui fabbisogni di personale sanitario necessari a rispettare le norme Ue sull’orario di lavoro, tuttora avvolti nella nebbia più fitta. «Per l'ennesima volta alla nostra richiesta di chiarimenti sul fabbisogno di personale sanitario, imposto dalla Legge 161/2014- dichiarano in una nota i deputati del M5S in commissione Affari Sociali - il governo ha risposto senza dire nulla. Insomma, hanno cercato di uscire dall'angolo al quale li avevamo costretti con una supercazzola inaccettabile, che sa presa in giro nei confronti del Parlamento e dei cittadini».

Così i deputati pentastellati commentano la risposta del sottosegretario alla Salute Davide Faraone all'interrogazione a prima firma Dalila Nesci.

«Ricordiamo che la Legge 161/2014, entrata in vigore in Italia il 25 novembre 2015, aveva già recepito con clamoroso ritardo la direttiva europea del 2003 sui turni e riposi obbligatori. Nonostante il ritardo di ben 12 anni, le assunzioni necessarie a coprire i turni di lavoro nella sanità pubblica devono ancora venire. Col decreto Milleproroghe ne è stato confezionato un ulteriore slittamento al 2018 e così, ancora una volta, viene soffocata la speranza di assunzione per medici, infermieri e altri operatori sanitari. Per procedere alle assunzioni era stata prevista una previa ricognizione sui posti da coprire in tutte le regioni, a cui sarebbero dovute seguire le relative autorizzazioni per le assunzioni. Il governo ha ricevuto dalle Regioni i dati sul fabbisogno di personale ma a quel punto è cominciato un balletto a base di rinvii. Il Movimento 5 stelle aveva chiesto, attraverso le colleghe Giulia Grillo e Dalila Nesci, tutti gli atti in possesso del governo su detta ricognizione, nonché i dati riguardanti il fabbisogno effettivamente rilevato. Con una risposta pilatesca, il Ministero della Salute aveva aggirato la nostra richiesta di accesso. Anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, aveva eluso la nostra richiesta, avanzata con apposita interrogazione sulla metodologia di valutazione del fabbisogno regionale e sui dati reali certificati.
Oggi l'ultimo capitolo, che rende evidente come il governo non abbia determinato, o non voglia determinare, il fabbisogno. Per parte nostra non molleremo di un centimetro per avere quei dati e per obbligare il governo al rispetto della legge».


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